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Colesterolo, lo studio italiano: quello "buono" aiuta anche a combattere la glicemia

Matteo Legnani
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Che ci sia un colesterolo "cattivo" (LDL - lipopreteine a bassa intensità) e un colesterolo "buono" (HDL - lipoproteine ad alta intensità) è cosa nota ormai da tempo. Cioè, non tutti i grassi fanno male. Ce ne sono alcuni, quelli "insaturi", contenuti nella frutta secca, nell'avocado, nel pesce azzurro solo per citare alcuni cibi, che addirittura favoriscono la ripulitura delle arterie, contrastano così l'azione sclerotica dei grassi "cattivi". Ora, a ulteriore sostegno dell'importanza degli HDL, arriva una scoperta dell'Università "Magna Grecia" di Catanzaro, che ha condotto uno studio su 130 soggetti non diabetici evidenziando la correlazione tra i livelli circolanti di colesterolo "buono" nel sangue e il glucagone, che è l'ormone responsabile dell'innalzamento degli zuccheri nel sangue. Lo studio dice che l'HDL potrebbero avere un ruolo nel controllare la glicemia stimolando da una parte le cellule beta a produrre insulina e dall'altra tenendo sotto controllo la secrezione di glucagone, l'ormone che fa alzare la glicemia ed è spesso troppo elevato nei soggetti con diabete e pre-diabete. Leggi anche: Colesterolo "buono"? Lo studio che smonta il falso mito: come puoi morire d'infarto

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