Un rover cinese sul suolo lunare non visibile, si riapre la corsa alla conquista dello spazio
Con la sonda Chang'e-4 la Cina è il primo paese ad esplorare il lato oscuro della luna. Tra qualche giorno dalla sonda usciranno degli strumenti all'avanguardia, come una mini telecamera, che controlleranno gli sviluppi della biosfera. America e Russia, che da oltre mezzo secolo detengono il primato delle esplorazioni spaziali, alla notizia si sono sentite minacciate domandandosi cosa si nasconda veramente dietro l'esplorazione del rover. In un articolo pubblicato da Il Corriere della sera ci si chiede, infatti, degli eventuali propositi da parte dei cinesi: ricerche esplorative pacifiche, il tentativo di colonizzare un territorio ricco di risorse energetiche o lo spionaggio delle sofisticate tecnologie americane. È certo che se la Cina siede sull'ultimo scalino rispetto ad America e Russia, ora sembra desiderosa di registrare nuovi record spaziali facendo "parlare mandarino" alle prossime trasmissioni dal suolo lunare. L'ansia di conquista della Cina sta preoccupando le agenzie aerospaziali degli altri governi riaprendo la competizione spaziale per un possesso che sarebbe, però, vietato. 50 anni fa non ci si interessava agli eventuali benefici economici della Luna; piuttosto, mentre la Cina si concentrava su imprese terrene più “piccole” incarnate da Mao Zedong, la corsa avanzava verso l'affascinante pianeta rosso Marte. Stando a un trattato del 1976, l'Outer Spacey Treaty, venivano proibite manovre militari e ed esperimenti sulla Luna e sugli altri corpi celesti. Oggi appare evidente come l'accordo sia diventato una difesa fin troppo valicabile a cui ha risposto “Space 2030”, la nuova strategia dell'ONU che consente di appropriarsi dei vantaggi dello spazio extra-atmosferico a tutti i Paesi, anche ai più emergenti. Una mossa che non ha tranquillizzato il congresso americano, il quale ha imposto alla Nasa di non collaborare con la Cina nella fase esplorativa.