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Capo del Canada: solidale

con Inuit, mangio cuore di foca

Albina Perri
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Michaelle Jean, 52 anni, Governatrice Generale e Comandante in capo del Canada nonché rappresentante della Regina Elisabetta, ha mangiato davanti alle telecamere della Canadian Press il cuore crudo di una foca, in segno di solidarietà con le tradizioni di caccia della popolazione indigena Inuit. Il sanguinolento banchetto è avvenuto come segno di protesta contro le nuove normative, introdotte dalla UE, che bandiscono i prodotti derivati dalle foche. In Canada, infatti, è prassi comune che questi animali facciano parte del regime alimentare di alcune popolazioni, in particolare degli Inuit. In occasione del festival di Rankin Inlet nella Baia di Hudson,  la Governatrice, armata di ulu, tradizionale coltello eschimese a forma di  mezzaluna, ha assaggiato il cuore  crudo di una foca. “Sembra sushi” ha commentato, paragonando il corpo insanguinato dell'animale a quello degli agnellini mangiati dagli Europei. “Questa è la nostra cultura”, ha aggiunto, lasciando il discorso gastronomico per quello politico-didascalico: «In questi atti in realtà c'è molto rispetto per l'animale, per la natura. Sono atti di vita» che nella cultura di queste comunità «si ripetono da millenni». Le chiedono se quel morso non sia per caso una risposta a denti stretti al Parlamento Europeo, che poche settimane fa ha votato la messa al bando dei prodotti di foca dal Canada perché frutto di caccia «inumana». Lei risponde sarcasticamente: «Fate un po' voi». Un portavoce dell'Unione Europea citato dalla Bbc ha commentato che la storia è «troppo bizzarra per essere presa in considerazione». Il 5 maggio l'Europarlamento ha votato (550 sì, 49 no) un provvedimento che vieta le importazioni di foca (carne, pelle, olio etc) dal Canada. Il documento definisce «inumana» la caccia commerciale. Il bando, se approvato dai governi, entrerà in vigore nella prossima stagione di caccia nel 2010 (l'ultima è appena finita). Le limitazioni, al momento, non riguarderannole comunità indigene che basano sulla tradizionale caccia alla foca parte del loro sostentamento. Questo però non ha placato il governo canadese (6 mila pescatori a rischio) né le comunità Inuit, che vedono comunque nel proibizionismo europeo una minaccia alla loro sopravvivenza. Quest'anno il governo di Ottawa ha autorizzato l'uccisione di 300 mila animali. Le compagnie di cacciatori sostengono che la cifra si riduce a 65mila (causa crollo del prezzo della pelle di foca). Nel mondo sono cinque i Paesi che praticano questa caccia (in Europa la Norvegia). Due le armi ammesse: il fucile e l'hakapik, una specie di martello-piccozza con cui si fracassa il cranio agli animali.

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