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Coronavirus, i due modelli di previsione del contagio: "esponenziale" e "logistico", ma la realtà finora è peggiore

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Anche i matematici si interrogano sull'evoluzione dell'epidemia di coronavirus, senza grosse certezze. Servono nuovi modelli di previsione, a cui stanno lavorando il biologo Enrico Bucci e il fisico della Sapienza Enzo Marinari con la supervisione del fisico Giorgio Parisi. per prevedere gli scenari di diffusione dell'infezione. Lo scienziato Gianluca Malato spiega al Messaggero perché i due modelli attualmente più utilizzato, quello esponenziale e quello logistico, siano entrambi non sufficienti.

 



"Il primo descrive una crescita di infezione inarrestabile. Ad esempio, se un paziente infetta 2 pazienti al giorno, dopo 1 giorno avremo 2 infezioni, 4 dopo 2 giorni e così via. Il secondo descrive l'evoluzione della popolazione (in questo caso le persone infettate dal virus), basandosi su due elementi: il tasso di crescita esponenziale e le risorse (cioè le persone infettabili), che chiaramente sono limitate. Questo modello prevede a un certo punto una stabilizzazione".  Ma non tengono conto, spiega Malato, di vatiabili come le interazioni sociali, gli aspetti economici e gli aspetti politici. La verità, dunque, è che molto dipende anche dal comportamento della popolazione. Se tutti rispettassero la quarantena, il modello esponenziale verrebbe bloccato o quasi. Viceversa, come accaduto fino a oggi, ogni più pessimistica proiezione verrebbe superata dai dati reali. 

 

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