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Alimentazione recettoriale, il metodo elaborato dal dottor Giancarlo Pillon

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Il dottor Giancarlo Pillon è un medico chirurgo di Treviso che ha elaborato  il metodo dell’ “alimentazione recettoriale” come lui ama definirla, frutto  di  una ricerca di tipo clinico  portata avanti e perfezionata nel tempo dal medico stesso con lo studio e l’ osservazione continua sui pazienti . I risultati ottenuti dimostrano che si può migliorare  lo stato di salute e, di conseguenza,  rallentare  l’invecchiamento,  mediante un’alimentazione “su misura”, individualizzata. 
Il Dottor Pillon lei ha elaborato un’importante ricerca riguardante le malattie e l’anti Age. 
“Ho avuto la fortuna di  lavorare per molto tempo in ospedale, esperienza che mi è stata utilissima, poi nel 2004 ho deciso di  dedicarmi allo studio di un altro approccio alla patologia e all’antiage”-dice il dottor Pillon-“l’ obiettivo era quello di associare lo stato di benessere psicofisico del paziente con l’anti invecchiamento.La mia tecnica non prevede, per esempio, l’utilizzo di filler, poichè  si basa innanzitutto sulla disintossicazione del corpo al fine di migliorare il quadro ormonale del soggetto, allontanando importanti patologie che insorgerebbero nel tempo e indurrebbero l’invecchiamento della persona. Ovviamente al primo posto c’è sempre la salute”.
Quali sono state le valutazioni che l’hanno indotta a giungere a questa conclusione? 
“Fino ad ora ho trattato  circa 20.000 persone sia  donne che uomini, e con molte di esse ho ottenuto risultati che sono andati ben oltre le più rosee aspettative. Ogni paziente ha le  proprie caratteristiche che vanno  studiate a fondo, analizzate e interpretate . Di conseguenza il piano di trattamento, prevalentemente alimentare, è specifico  per ognuno in quanto  non tutte le persone possono trarre beneficio da qualunque cibo. È un’analisi fatta sul singolo cucendogli addosso un vestito su misura, compatibile con le sue peculiari caratteristiche.
Quindi attraverso degli esami del sangue si riesce a capire, ad esempio,  quanto possa essere intossicato un individuo e a che categoria “recettoriale” appartenga: da lì si inizia  un percorso finalizzato a determinare una riduzione delle sostanze tossiche”.
Quindi come definirebbe il suo  metodo? 
“E’ per certi versi un metodo innovativo : sottolineo il fatto che,  i miei pazienti non devono pesare mai alcun alimento. 
Il percorso si compone di  2 fasi: la  prima , disintossicativa ,  prevede  una selezione degli alimenti il cui  intento è quello di migliorare soprattutto l’aspetto ormonale del soggetto, nella seconda, l’alimentazione  si amplia , piano piano il paziente migliora  avvertendo  i benefici sia sul piano fisico che psichico”.
Da che cosa è stata dettata questa esigenza di lasciare l’ospedale?
“Ci tengo a precisare che io non rinnego assolutamente la medicina ufficiale, semplicemente lasciando l’ospedale avrei avuto più tempo da dedicare allo studio e alla mia ricerca”
Che riscontro ha avuto dai suoi pazienti?
“Ottimo, perché moltissime persone  hanno capito da subito  i benefici  del metodo e seguendolo hanno raggiunto gli obiettivi che si erano prefissati.
Non  tutti  possono mangiare qualunque cosa in qualunque momento, perché, a distanza di anni, le tossine accumulate, prima o poi daranno segno di sé manifestandosi sia come  malattia  che  come invecchiamento precoce”.
 

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