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Coronavirus, "il 35% dei decessi in Italia riguarda pazienti con diabete": l'allarme dell'esperta

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"Una pandemia nella pandemia". Così lo definisce Raffaella Buzzetti, ordinario di Endocrinologia La Sapienza e coordinatrice Nirad Società Italiana Diabetologia, il diabete. "In questi tempi di Covid 19 abbiamo toccato con mano quanto questa malattia amplifichi gli effetti di ogni ulteriore patologia". Secondi i dati chi soffre di diabete e ha contratto il coronavirus, ha avuto "una prognosi più infausta rispetto alle altre persone". Per la precisione l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) parla di un 35 per cento dei decessi che riguarda pazienti con diabete.

 

 

Da qui il monito di curare l'alimentazione e fare sport, "anche perché l’età di comparsa del diabete di tipo 2 si sta abbassando. Se infatti il diabete di tipo 1 (che rappresenta il 10% circa di tutte le forme ed ha una patogenesi autoimmune che richiede l’insulina per la sopravvivenza) è prevalente nell’ infanzia e nell’adolescenza, quello di tipo 2 invece interviene nell’età adulta".

 

 

Un vero e proprio allarme alimentato dallo studio Capture per cui un soggetto con diabete su tre ha un maggiore rischio cardiovascolare. A rischiare di più sono le donne con diabete dopo la menopausa che hanno una possibilità di infarto del miocardio superiore a quella maschile. "Il messaggio che vorrei dare - conclude la Buzzetti per Leggo - è quindi relativo alla prevenzione attuabile con l’attività fisica ed un’alimentazione adeguata e a noi diabetologi l’impegno di trattare al meglio i nostri pazienti anche utilizzando farmaci 'intelligenti' come gli agonisti recettoriali dei GLP1 che favoriscono la riduzione di peso e sono efficaci sul controllo della glicemia, fondamentale al fine di prevenire una peggiore prognosi anche nel caso di infezione da Covid 19".

 

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