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Vaccino, il genetista Mauro Giacca: "Così il siero ripara il cuore dopo l'infarto", la più straordinaria scoperta

Andrea Cappelli
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Covid, quale autunno ci aspetta? A dare una risposta alla questione cruciale dei nostri giorni saranno il genetista Mauro Giacca (ordinario al King' s College di Londra) e il presidente Aifa Giorgio Palù, con un dialogo nell'ambito del Link Festival che avrà luogo oggi alle 18 alla Fincantieri Newsroom di piazza Unità a Trieste. In attesa del convegno, lo scienziato di fama internazionale Mauro Giacca anticipa a Libero alcuni spunti interessanti sul tema. Assieme alla sua équipe, infatti, il prof. Giacca sta verificando la possibilità di utilizzare la modalità di inoculazione dei vaccini Pfizer e Moderna per curare patologie diverse dal Covid, come la rigenerazione di un cuore infartuato.

Il vaccino anti- Covid ripara anche il cuore?

«Per completezza è corretto specificare che non il vaccino quanto le tecniche di somministrazione dei vaccini Pfizer e Moderna possono essere impiegate anche per rigenerare il cuore. Una scoperta straordinaria, considerato che al mondo ci sono più di 60 milioni di persone che soffrono di scompensi cardiaci».

In che modo queste tecniche rigenerano il cuore?

«Una breve premessa. Nella nostra formazione genetica esistono dei geni che hanno funzione di produrre piccole molecole di RNA chiamate microRNA. Dei circa 2000 micro-RNA che esistono, alcuni sono in grado di stimolare la riparazione cardiaca. La tecnica Pfizer e Moderna si basa su sferette di lipidi (grassi) che contengono RNA messaggero, in grado di codificare la proteina Spike del virus. Noi non facciamo altro che prendere le stesse "sferette" e inserire al loro interno un microRNA, che entra nelle cellule cardiache spingendole a replicarsi. Il processo porta alla rigenerazione del cuore dopo un infarto.

 

 

 

Interessante.

«Ma anche sul Covid stiamo facendo importanti scoperte...».

Ci spieghi.

«L'équipe del King' s College che ho l'onore di guidare ha scoperto che la Niclosamide, un comune farmaco antiparassitario, potrebbe risultare efficace nell'arresto della fusione cellulare, indotta dalla proteina Spike del coronavirus. Questo farmaco (che in India è in fase avanzata di sperimentazione) non solo impedisce la replicazione del virus ma ne blocca anche i danni che quest' ultimo arreca all'organismo».

Cosa dobbiamo aspettarci in autunno?

«Se la gente continuerà a vaccinarsi sia la diffusione del virus che il suo impatto saranno ridotti. Con ogni probabilità ci sarà comunque un leggero aumento dei contagi ma a livello individuale i vaccini dovrebbero garantire un'adeguata protezione, riducendo la gravità della malattia».

Si parla di una terza dose. Che ne pensa?

«Probabilmente la terza dose è indispensabile, a partire dalle persone fragili e da chi si è vaccinato prima, come gli operatori sanitari. Stiamo osservano che per chi si è sottoposto al vaccino a inizio anno l'immunità comincia un poco a calare...Per questo ritengo che a un anno di distanza dalla prima inoculazione sia utile procedere con la terza dose».

 

 

 

Come agire nei confronti dei No vax?

«Una piccola percentuale di loro è "perduta": non rinuncerà alle sue convinzioni. Ma la maggioranza è semplicemente male informata. I cosiddetti No vax non sono né stupidi né ignoranti, molti di loro sono laureati. Dobbiamo convincerli trasmettendo loro informazioni corrette».

Quando torneremo alla vita pre Covid?

«Possiamo cercare di tornare a fare una vita normale senza rinunciare, per ora, alla mascherina. Il nostro traguardo è tornare al cinema, allo stadio e alla socialità conservando le giuste precauzioni, facendo tesoro di questa esperienza». 

 

 

 

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