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Cellule staminali vegetali, elisir di bellezza? Non proprio: da dove arrivano

Melania Rizzoli
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Promettono pelle più giovane e luminosa in poche settimane, volti più tonici e sodi, con cute più elastica, tesa, rimpolpata e compatta, rughe distese e spianate dalla fronte al mento e collo, con contorni del viso più definiti e scomparsa delle antiestetiche macchie, grazie al potente effetto anti-ossidante, anti-age e rigenerante dei suoi preziosissimi principi attivi: le cellule staminali vegetali, naturali al 100%! Il marketing pubblicitario non perde occasione per decantare la presunta capacità rigenerativa, di rinnovamento e ringiovanimento delle cellule staminali applicate alla cosmesi, non mancando di evocare l'efficacia scientifica di prodotti antirughe ed anti-age definiti imbattibili, confezionati in creme, sieri, fiale e lozioni adatti ad ogni età e ad ogni tipo di epidermide, con richiami alla genetica, al Dna e al metabolismo cellulare, parlando di "medicina rigenerativa" straordinaria, in grado di riparare i tessuti cutanei danneggiati e invecchiati, di combattere i radicali liberi, rimuovere i segni del tempo e riportare i volti a una nuova giovinezza. In realtà quello che c'è di sorprendente è solo il prezzo di questi prodotti, perché il beneficio miracoloso promesso è utopico, e scientificamente parlando non esiste nulla di più infondato e fuorviante.

 

 

UVA, VITE, MIRTILLO - La sperimentazione con cellule staminali umane è consolidata da diversi decenni in svariati ambiti, come quello neurologico, metabolico e soprattutto oncologico, dove i trapianti di cellule autologhe o eterologhe hanno dimostrato di poter sconfiggere malattie tumorali, soprattutto quelle del sangue, una volta considerate letali, e mentre sono ancora poche le ricerche riservate all'utilizzo delle cellule staminali in medicina e chirurgia estetica, ancora meno sono quelle dedicate al settore cosmetologico, dove vengono applicate solo staminali di origine esclusivamente vegetale, ovvero quelle necessarie a sostenere la crescita di una pianta e potenzialmente in grado di rigenerarla. Ma la proprietà unica di queste cellule staminali vegetali, che di certo non sono prive di benefici, è quella di non aver alcun effetto sulla rigenerazione dei tessuti negli animali e nell'uomo. Estratti di uva acerba, di vite rossa, di mirtillo artico, di Gotu Kola, di ibisco, di stella alpina, di bacche di lampone, di albero delle farfalle, di mela svizzera, di noce verde, di tè verde, di liquirizia, di soia, di olio di Argan, di Palamaria palmata, di avocado, e chi più ne ha più ne metta, promettono di sostituire le cellule morte della pelle umana con cellule neonate e di intervenire in profondità sui processi fisiologici che con il tempo rallentano l'attività, stimolando i fibroblasti a incrementare la produzione di collagene e di elastina, il tutto grazie all'EGF (Epidermal Growth Factor) contenuto nelle staminali vegetali, fattore di crescita simile a quello umano che dovrebbe stimolare il trofismo dei tessuti di pelle e annessi.

LA NORMATIVA - La normativa internazionale vieta l'impiego di cellule staminali umane nei cosmetici, perché impossibili da stabilizzare nei prodotti e ritenute prive di effetti benefici cutanei, oltre che illusorio tenerle in vita nelle creme o nei sieri, per cui l'interesse si è spostato sulle vegetali, ma è opportuno precisare che l'ingrediente cosmetico utilizzato nel prodotto finito non è la cellula staminale vegetale, che come quella umana non potrebbe restare viva e attiva una volta estratta e affogata nella crema, ma i suoi estratti concentrati in sostanze come vitamine e minerali, che di certo non rappresentano l'elisir miracoloso vantato dalla pubblicità, anche perché non esiste una base scientifica che ne dimostri la reale efficacia. Queste cellule si dice vengano prelevate dai germogli, dalle radici e dai frutti stessi, ed indubbiamente possono in vita avere proprietà fotoprotettive, anti-infiammatorie e decongestionanti per le piante, ma dichiarare che, una volta applicate sulla pelle da morte possano stimolare il trofismo dei tessuti umani è un azzardo, in quanto non è scientificamente pensabile che cellule vegetali possano interagire con quelle umane, né avere un effetto terapeutico al pari di un farmaco.

CELLULE VIVE - Le staminali umane presenti nello strato basale dell'epidermide, per esempio, sono deputate al rinnovamento epidermico ed alla guarigione delle ferite, ma sono cellule vive alimentate dal metabolismo umano, come le staminali vegetali che restano vive e attive nella pianta in terra e in sviluppo, ed è assolutamente falso pensare che qualunque formulazione cosmetica possa custodire o incorporare cellule staminali vegetali vive, bensì solo morte, o frammenti di esse, le quali non hanno più alcuna possibilità di agire come in vita, o al massimo si possono trovare i loro estratti, i quali non hanno alcuna interferenza genica, derivando dal contenuto di antiossidanti o composti fotochimici estratti. Inoltre le staminali dovrebbero essere incorporate, ripeto da vive, in un veicolo proteico ed idrosolubile che le aiuti a penetrare in profondità nella pelle, e non è nemmeno detto che possano portare i benefici positivi annunciati. Uno studio internazionale sull'uso cosmetico delle staminali vegetali ha dimostrato che qualsiasi cosmetico pubblicizzato come anti-età a causa di queste cellule è da considerarsi efficace quanto le creme senza cellule staminali, e il loro effetto pubblicizzato d'interazione con le cellule epidermiche è inesistente.

RICERCHE SCIENTIFICHE - Sono ancora poche le ricerche scientifiche riservate all'utilizzo delle cellule staminali umane in medicina e chirurgia estetica, anche perché la loro estrazione richiede procedure lunghe ed invasive, e in dermatologia la tecnica più diffusa prevede il prelievo di quelle di derivazione adiposa (ADSC) utilizzate solo dopo espansione in vitro o insieme alla frazione vascolare stromale, usate solo a scopo terapeutico, con risultati temporanei e non sempre soddisfacenti. Le proprietà benefiche per la pelle di moltissimi prodotti cosmetici sono riconosciute e ormai certificate, e non sono in discussione, ma diffondere l'illusione che sottoprodotti naturali derivati da scarti agricoli contenenti cellule staminali vegetali possano essere trasformati in potenti principi attivi, terapeutici e miracolosi per applicazioni cosmetiche cutanee, non è serio nei confronti della scienza e soprattutto della pelle di milioni di consumatori di ogni età che vogliono fermare il tempo delle rughe.

 

 

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