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Tumore al pancreas, ecco come colpisce: perché è il più subdolo

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Melania Rizzoli
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È uno dei tumori maligni meno studiati e analizzati dal mondo della ricerca italiana, nonostante le circa 14mila nuove diagnosi all'anno, la maggioranza delle quali arriva sempre tardivamente, quando il cancro è ormai in fase avanzata e diffuso localmente e a distanza. Il carcinoma del pancreas è una delle patologie oncologiche più subdole e pericolose, perché questa grande ghiandola è in posizione profonda nell'addome, posta dietro lo stomaco, appoggiata alla colonna vertebrale e mascherata da fegato e colon, e soprattutto perché non manifesta, almeno inizialmente, sintomi chiari e riconoscibili. Inoltre non sono stati identificati fattori di rischio evidenti, a parte il sovrappeso, il fumo, l'alimentazione ricca di grassi e la familiarità, ma nessuno di questi è riconosciuto ufficialmente come la causa scatenante e molte persone che si ammalano di questa patologia non presentano nessuno di questi fattori, come viceversa molti di coloro che ne sono affetti non si ammaleranno mai di questo male. Oggi il carcinoma pancreatico è salito all'onore delle cronache sull'emozione per triste vicenda del calciatore Gianluca Vialli, sopravvissuto poco più di 5anni, come accaduto in precedenza a seguito della morte per identica patologia e decorso post operatorio di Luciano Pavarotti e Steve Jobs (anche loro arrivati alle cure con diagnosi tardiva), ma moltissimi personaggi famosi e non hanno affrontato e perso la vita a causa di questo tumore, oggi classificato come la quarta causa di morte, con una sopravvivenza a 5 anni di appena l'8% dei pazienti.

 

 


Il pancreas è deputato a produrre succhi pancreatici che favoriscono la scomposizione del cibo e la conseguente digestione, oltre a produrre ormoni vitali come l'insulina per controllare i livelli di zucchero nel sangue, per cui i sintomi iniziali sono sfumati e fuorvianti per una diagnosi precoce, confondono sia il paziente che il medico, vanno dalla difficoltà di digestione con perdita di peso, al dolore nella parte superiore dell'addome, sopra l'ombelico, e della schiena, dolore che non si modifica cambiando posizione, è costante e può essere da lieve a violento, fino all'ittero, ovvero la colorazione gialla che inizia dalle sclere degli occhi per poi diffondersi con un prurito costante a tutta la pelle del corpo, cosa che provoca la produzione di urine scure color marsala e feci chiare, segno questo dovuto alla ostruzione da parte del tumore delle vie biliari pancreatiche che riversano il siero digestivo nel sangue anziché nell'intestino come di norma. A volte può insorgere il diabete, quando la compromissione pancreatica è già estesa e la massa tumorale ha invaso gran parte dell'organo, cosa che può provocare anche episodi di pancreatite acuta, una infiammazione molto dolorosa con coliche addominali che richiede quasi sempre il ricovero ospedaliero.

A tutt' oggi non esistono esami di screening utili alla valutazione dei soggetti che non presentano sintomi o alterazione dei dati di laboratorio, perché il carcinoma pancreatico può essere sospettato con una ecografia molto accurata, o essere individuato radiologicamente con la Tac, l'ecografia endoscopica, o la Rmn (risonanza magnetica nucleare), esami radiologici che in genere non vengono richiesti dai pazienti apparentemente sani.


I tumori maligni del pancreas sono diversi per zona di insorgenza nella ghiandola (testa, corpo o coda) ed istologia, e vanno dal neuroendocrino al gastrinoma, oltre a quelli che compromettono la produzione ormonale di somatostatina, del glucagone o dell'insulina, molto poco sintomatici, ma il più frequente di tutti è appunto l'adeno-carcinoma pancreatico, che inizialmente, per motivi ancora sconosciuti, indurrebbe quasi sempre un abbassamento del tono dell'umore e segnali di depressione, prima di manifestare i sintomi tipici della malattia. Il tumore del pancreas è in lento ma costante aumento nella popolazione italiana, parallelamente a quello del cervello, e non sono note le cause, ma colpisce individui di ogni età, dai 20 ai 100 anni, anche se l'incidenza è maggiore sopra i 65 anni, progredisce più o meno velocemente a secondo della sua aggressività istologica (e non in base all'età del paziente) e la terapia di elezione resta quella chirurgica, associata alle già note cure mediche oncologiche ed immunologiche oggi a disposizione.

 


In Regione Lombardia l'assessore al Welfare Guido Bertolaso due giorni fa ha annunciato un gruppo di lavoro sulle "Pancreas Unit" coinvolgendo tutti i Centri di Ricerca di eccellenza lombarda, incluso lo IEO (Istituto Europeo Oncologico), coordinati da un'unica regia dai vertici dell'assessorato, per costruire una rete di scambio, di informazioni cliniche, mediche, diagnostiche e dati di ricerca, per far sì che si riesca ad arrivare ad un metodo di prevenzione e ad una diagnosi precoce, oltre che ad una terapia bersaglio, un segnale forte e chiaro di una "task force" lombarda finora assente in tutta Europa. Nella sola Lombardia le nuove diagnosi di tumore del pancreas sono state 4.031 nel 2019, 3.529 nel 2020 (anno del Covid), 3.444 nel 2021, e la Regione metterà a disposizione ulteriori fondi per ottimizzare gli sforzi di questo importante modello organizzativo, che speriamo farà da apripista anche nelle altre regioni italiane, per individuare e sconfiggere in tempo questa patologia considerata ancora invincibile.

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