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WhatsApp, 15 minuti per cambiare un messaggio: cosa fare

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Claudia Osmetti
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Alzi la mano chi non ha mai sudato freddo. Rispondi velocemente all’ultimo messaggio su Whatsapp. Non presti troppa attenzione, vai di fretta e ci si mette pure il correttore automatico: invii il testo sbagliato (se ti va bene è incomprensibile, se sei sfortunato t’è uscito pure un mezzo insulto) e magari è proprio il numero di telefono del capo ufficio. È successo a tutti, siamo onesti. Però non succederà più perché Mark Zuckerberg, l’amministratore delegato di Meta (che poi vuol dire Whatsapp ma anche Facebook e Instagram) annuncia ieri che presto si potranno «editare (cioè modificare, ndr) i messaggi entro quindici minuti» al loro l’invio. Spunta blu di visualizzazione e tanti saluti. Una nuova funzione di quelle, tra l’altro, tanto attese perché uno, ti evita le figuracce e due, ci mette una pezza sulle risposte affrettate.

Epperò anche una possibilità che, in Italia, non sembra ancora disponibile: per poterne usufruire è infatti necessario un aggiornamento dell’app che, tuttavia, da noi non è ancora arrivato. Chi l’ha provata, all’estero, dice che i messaggi modificati hanno un simbolo che li identifica (in modo che il destinatario possa sapere che il testo è stato “aggiustato”) e che l’operazione è possibile solo dallo stesso dispositivo che ha effettivamente mandato il messaggio originale.

Cioè: se l’sms “sbagliato” è partito dal telefonino non lo si potrà cambiare da Whatsappweb (il programma del computer collegato al proprio account) e viceversa. Una notizia che arriva nel giorno in cui alla stessa Meta di Zuckerberg viene notificata una multa da record (qualcosa come 1,2 miliardi di euro) da parte dell’Autorità garante della privacy europea in merito alla violazione delle leggi sulla tutela dei dati dei cittadini Ue. Il Garante irlandese, che agisce per conto dell’Unione, accusa infatti il gruppo di Facebook di trasferire illegalmente i dati dei suoi utenti del Vecchio continente negli Stati Uniti, dove l’azienda ha istallati i propri server. Una pratica che in Europa è fortemente contestata sul fronte del trattamento della riservatezza. Circa le novità di Whatsapp, infine, solo la settimana scorsa sono state lanciate che chat private, protette da una password per l’accesso e la lettura dei loro contenuti. «Rendono le conversazioni più private», spiega il re dei social, dato che i messaggi vengono «nascosti in una cartella protetta» e «le notifiche non mostreranno il mittente o il contenuto del messaggio».

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