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Tumore alla prostata, la nuova tearpia: crollo delle recidive, salva la vita sessuale

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Una nuova speranza nella lotta contro il tumore alla prostata, in particolare per chi viene colpito dalla recidiva. I pazienti possono già da tempo godere dei benefici del farmaco anti-androgeno enzalutamide, il quale rispetto alla castrazione farmocologica si rivela più efficace. Già, perché non impatta sulla qualità della vita e non compromette nemmeno le funzioni sessuali.

Le evidenze sono state pubblicate nello studio Embark su The New England Journal of Medicine, rilanciato dall'Ansa, e i risultati sono stati presentati al Congresso della European Society for Medical Oncology (Esmo) che si sta tenendo a Madrid.

Nel 40% dei casi il carcinoma alla prostata si ripresenta anche a distanza di 10 anni, spiega Ugo De Giorgi, direttore Oncologia Clinica e Sperimentale dell'Irccs Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori Dino Amadori di Meldola nonché l'unico italiano ad aver firmato lo studio. "Da qui - aggiunge il luminare - l'esigenza di farmaci innovativi da somministrare per un lungo periodo di tempo a pazienti spesso non più giovanissimi. Enzalutamide è un inibitore del recettore degli androgeni e agisce bloccando l'attività del testosterone. Può limitare il ricorso alla castrazione farmacologica che, per quanto efficace in questi pazienti, provoca effetti collaterali importanti soprattutto in ambito della sfera sessuale".

 

Per quel che riguarda lo studio, ha coinvolto 1.068 uomini in 244 centri dislocati in 17 differenti nazioni. Con la sola somministrazione del farmaco, aggiunge De Giorgi, "la maggioranza dei pazienti è riuscita a mantenere inalterata la funzione sessuale. Inoltre non compromette la qualità della vita e contiene sintomi frequenti come stanchezza o disturbi urinari. Il farmaco garantisce benefici a lungo termine in quanto ritarda o riduce la comparsa di metastasi a cinque anni dell'80% e dell'87% in combinazione".

 

In definitiva, lo studio apre prospettive promettenti per quel che concerne il più comune dei tumori nella popolazione maschile dei paesi occidentali. "Si registrano solo in Italia ogni anno più di 40.500 nuovi casi per un totale di 564mila uomini che vivono con la malattia", conclude De Giorgi.

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