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Tumore al seno, ecco il nuovo test rivoluzionario: "Prevede ricadute con anni di anticipo"

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Una rivoluzione incredibile, frutto di un profondo lavoro di ricerca. È quello portato avanti da un team di ricerca dell'Institute of Cancer Research di Londra. L'equipe medica lavora da anni nell'affinare le tecniche di individuazione e prevenzione del cancro e ora, grazie a un importante upgrade nelle conoscenze tecniche, pare aver sviluppato un test talmente preciso da poter prevedere con anni di anticipo la recidiva del cancro al seno.

Si tratta della biopsia liquida, un'indagine che attraverso un semplice prelievo di sangue permette di rilevare e analizzare il Dna tumorale circolante o le cellule tumorali eventualmente circolanti nel sangue. La squadra londinese ha utilizzato il test per rilevare la presenza di piccole quantità di Dna canceroso rimaste nel corpo dopo il trattamento per il cancro al seno. Sono state prese in esame 78 pazienti con diversi tipi di cancro al primo stadio e sono state sottoposte allo screening diagnosi prima della terapia, dopo il secondo ciclo di chemioterapia, dopo l'intervento chirurgico. I risultati evidenziano che la presenza del ctDna è associato a un rischio maggiore di recidiva. 

 

Le cellule cancerogene "possono rimanere nel corpo dopo l'intervento chirurgico e altri trattamenti, ma possono essere così poche da non essere rilevabili. Queste cellule possono causare ricadute nelle pazienti affette da cancro al seno molti anni dopo il trattamento iniziale. Gli esami del sangue ultrasensibili potrebbero offrire un approccio migliore per il monitoraggio a lungo termine dei pazienti il cui cancro è ad alto rischio di recidiva" spiega Isaac Garcia-Murillas. La biopsia liquida può essere particolarmente importante per le donne che hanno avuto un tumore al seno metastatico caratterizzato dalla mutazione genica Esr1: "Il test è in grado di rilevare e analizzare le cellule tumorali circolanti e, se fosse confermata la mutazione genica Esr1, queste pazienti possono beneficiare di un farmaco mirato, elacestrant, che è in corso di approvazione da parte di Aifa ma cui le pazienti possono già accedere grazie ad un programma di accesso privilegiato promosso dall'azienda produttrice" dice il presidente di Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologa medica) Saverio Cinieri

 

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