Polo Sud, ignote onde radio: "Forse da un universo parallelo"

di Simone Di Meodomenica 22 giugno 2025
Polo Sud, ignote onde radio: "Forse da un universo parallelo"
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E se avessimo trovato la porta di un universo parallelo? Un segnale radio salito dalla profondità dei ghiacci antartici sfida da quattordici anni calcoli e modelli. Registrato per la prima volta nel 2008 e studiato fino al 2022, l’impulso misterioso intercettato dall’esperimento Anita–Antarctic impulsive transient antenna non ha ancora trovato spiegazioni definitive. Eppure, oggi più che mai, tra neutrini sfuggenti e fantasmi quantistici, qualcuno osa chiedersi se non siamo di fronte a un indizio, il primo forse, che potrebbe portarci oltre il velo del nostro universo. Le “cronache dallo spazio-tempo” si arricchiscono così di un nuovo capitolo.

L’esperimento si è svolto in Antartide, continente che circonda il Polo Sud, perfetto per chi vuole ascoltare l’eco del cosmo. Lontano dalle interferenze terrestri, questo territorio deserto è diventato laboratorio d’eccezione per un’équipe internazionale di fisici. L’obiettivo? Intercettare onde radio provenienti dallo spazio profondo, residui di eventi antichissimi come le esplosioni stellari o il Big Bang stesso. Per farlo, Anita è stata attrezzata con 96 antenne montate su una sonda sospesa a 36 chilometri d’altezza.

Ma qualcosa è andato storto, o forse tremendamente dritto. Invece di captare impulsi radio discendenti dal cielo, le antenne hanno rilevato due segnali ascendenti, risaliti dal permafrost. Un’anomalia sconcertante, perché significa che l’onda radio ha attraversato tutta la Terra. A oggi, solo una particella nota è capace di “bucare” la materia in questo modo: il neutrino. Scoperti da Wolfgang Pauli e confermati sperimentalmente negli anni Cinquanta, i neutrini sono corpuscoli elementari privi di carica, quasi senza massa, capaci di attraversare interi pianeti senza fermarsi.

Tuttavia, quella rilevazione del 2008 non quadra neppure con la fisica dei neutrini. Dopo 14 anni di simulazioni, esclusioni e revisioni incrociate, è proprio uno degli autori della ricerca, la fisica Stephanie Wissel della Penn University, a mettere il punto in un articolo recentemente pubblicato su Physical Review Letters: «Ciò che sappiamo è che con tutta probabilità non rappresenta dei neutrini». Né l’osservatorio IceCube, installato sotto i ghiacci antartici per intercettare queste particelle elusive, né l’argentino Pierre Auger, specializzato in raggi cosmici, avevano infatti registrato nulla di analogo.

E allora che cos’era? Una possibilità è che si tratti di un tipo di neutrino ancora ignoto, troppo debole per gli strumenti attuali. Un’altra pista conduce invece alla materia oscura, la misteriosa sostanza che costituirebbe il 27% dell’universo. Oppure, come suggerisce una delle ipotesi più ardite, il segnale registrato da Anita potrebbe provenire da un altro universo. L’idea – nata nel 2018 da un gruppo di fisici teorici – suggerisce che quel misterioso impulso radio sia stato generato da un neutrino arrivato da una realtà parallela, un cosmo gemello nato dal Big Bang, in cui le “lancette al contrario” scandiscono un tempo che scorre all’indietro. Secondo questa visione, la nostra realtà convivrebbe con un’altra, in cui vigono leggi fisiche profondamente diverse, e le particelle come i tauoni – cugini pesanti degli elettroni – potrebbero varcare le dimensioni come emissari tra due mondi.

Si tratta, va detto, di speculazioni audaci. Affascinanti come un romanzo di fantascienza, ma ancora ben lontane da qualsiasi prova. Gabriella Greison, fisica e divulgatrice, lo afferma senza giri di parole: «Siamo davanti a delle mere ipotesi», spiega. Universi paralleli? Un «azzardo», aggiunge. «Non è una cosa che si può dire con certezza», prosegue. «Magari è un nuovo tipo di particella, sarebbe bello ma non si sa nient’altro di ufficiale». A dicembre verrà lanciato un nuovo esperimento, Pueo, l’erede diretto di Anita. Avrà una sensibilità cinque volte maggiore e potrà forse dire di più su ciò che oggi è stato soltanto intravisto.

Non si tratta di esplorare l’universo esterno, ma anche di mettere in discussione la struttura intima delle leggi che regolano ciò che siamo. La possibilità che esista un “nuovo mondo”, parallelo e invisibile, dove il tempo retrocede, apre orizzonti che spaziano dalla cosmologia alla filosofia, dalla relatività alla fantascienza. Un’ipotesi che, se confermata, riscriverebbe il nostro posto nell’universo.

Per ora non resta che aspettare. Il segnale registrato da Anita resta un enigma, un’eco che sale dalle profondità del pianeta e interroga il futuro della fisica. Che sia un errore strumentale, un neutrino esotico, o un messaggio da un’altra dimensione, è ancora tutto da dimostrare. Ma in un tempo in cui la scienza sembra talvolta ingabbiata dalla prudenza, forse è proprio questo il fascino più autentico della ricerca: il coraggio di guardare oltre e di ascoltare l’impossibile.
Qualcuno l'aveva ipotizzato: il reale è solo una delle tante possibilità.

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