Cerca
Logo
Cerca
+

Emicrania, il mal di testa si cura facendo tanto l'amore

Daniela Mastromattei
  • a
  • a
  • a

Lui, sbarbato e profumato, ha predisposto luci soffuse, candele e scenografica vasca piena di schiuma. Invece del bagno caldo arriva la doccia fredda. «Scusa, tesoro, stasera proprio non ce la faccio, ho un terribile mal di testa». Un classico... della letteratura. Fino a poco tempo fa, in oltre il 70 per cento dei casi, l'emicrania diplomatica l'accusava il gentil sesso spesso e volentieri. Il maschio invece era sempre pronto a tuffarsi... anche senz' acqua. Tuttavia qualcosa è cambiato. La cefalea, disturbo molto diffuso, spesso invalidante e difficile da trattare, in Italia colpisce circa 6 milioni di persone, ossia il 12 per cento della popolazione, con una maggior frequenza tra le donne rispetto agli uomini, in un rapporto di 3 a 1. Tra i fattori scatenanti, gli estrogeni e gli ormoni sessuali giocano un ruolo fondamentale sia sulla frequenza sia sull'intensità degli attacchi di emicrania femminile. Recentemente però uno studio olandese ha osservato un' associazione tra estrogeni e mal di testa anche negli uomini, scoprendo che chi ha degli alti livelli di ormoni potrebbe essere suscettibile a questo disturbo. Quindi, donne, non vi stupite se lui accusa un improvviso mal di testa. Magari, è vero.
L' alibi femminile più inflazionato tra le lenzuola, in realtà, non è una scusa ma una verità scientifica dimostrata: l'emicrania è davvero un killer dell' amore. Nel 90 per cento delle donne si associa infatti a oggettivi problemi sessuali, e in 1 caso su 5 rischia di affossare il desiderio. Ad assolvere generazioni di mogli e fidanzate, ingiustamente accusate di «inappetenza», è uno studio dell' Università di Pavia, pubblicato sul Journal of Sexual Medicine. Tra gli autori Rossella Elena Nappi, nota ginecologa e sessuologa, docente all' ateneo di Pavia: «Finalmente abbiamo liberato le donne. Ora nessuno potrà più dire che usano il mal di testa per negarsi al partner». Ne era convinta la ginecologa.E invece il mal di testa non basta più per spegnere i bollenti spiriti dei vostri compagni. Anzi, se siete davvero decise a respingere le avances del partner è bene che l'emicrania non la nominiate nemmeno. Una recente ricerca rivela, infatti, che non solo il sesso non è sconsigliato in caso di cefalea, ma che può rappresentare addirittura una valida terapia per sconfiggerla. I risultati del lavoro arrivano dall' Università tedesca di Muenster. Ci possiamo fidare? Il 60 per cento di coloro che, nonostante l'emicrania, si sono eroicamente concessi sono stati ricompensati, oltre che dal piacere, dalla scomparsa del dolore. Mentre soltanto il 37 per cento ha riscontrato un miglioramento tra chi soffriva di cefalea a grappolo, una delle forme più insidiose e persistenti. Difficile da far passare con i farmaci. Che dire. Durante l'attività sessuale, l' organismo rilascia le endorfine, veri e propri antidolorifici (e antidepressivi) naturali. Essi vanno ad agire sul sistema nervoso, riducendo o addirittura eliminando totalmente i sintomi dell'emicrania. Gli autori dello studio non hanno dubbi: quando avvertite i primi segni di mal di testa, lasciate perdere pillole e altri rimedi, infilatevi sotto le lenzuola con il vostro compagno. Almeno provateci. Se non dovesse funzionare, il 9 maggio, giornata nazionale della cefalea gli esperti sono in diretta su Facebook. Per l' occasione l'Oms riconosce quel fastidioso cerchio al capo come la malattia che causa maggiore disabilità tra i 20 e 50 anni, quando si è più produttivi. Che colpisce una persona su 2 con episodi che si verificano almeno una volta l' anno e il rapporto aumenta fino a 3 persone su 4 nella fascia di età tra i 18 e i 65 anni. Purtroppo è un disturbo che non risparmia neppure i giovani: oltre il 40 per cento dei ragazzi ne soffre; tra i bambini 10 su 100.
«È in fase avanzata la realizzazione di progetti di legge portati avanti per far sì che le forme più gravi di mal di testa vengano inserite nella categoria delle "patologie sociali" e che ai pazienti vengano riconosciuti diritti finora negati», spiega il professor Elio Clemente Agostoni, presidente dell' Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee. Intanto gli studi vanno avanti per trovare nuove terapie. Quella «a base di anticorpi monoclonali che bloccano il Cgrp o il suo recettore sta facendo registrare importanti miglioramenti nella pratica clinica del trattamento dell' emicrania riducendo il numero di attacchi episodici e risultando efficace anche nelle forme croniche, più gravi e persistenti», segnala Pierangelo Geppetti, Presidente della Società Italiana per lo Studio delle cefalee.

 

 

Dai blog