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Vaccini, aumentano gli scontri tra genitori: la parola all'avvocato Puglisi

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Maria Pezzi
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Quello dei vaccini sembra essere uno dei temi più controversi degli ultimi anni. Nel 2018 la Regione Lombardia non ha raggiunto la cosiddetta immunità di gregge, ovvero la soglia del 95% raccomandata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per ciascuno dei principali vaccini.  La stessa città di Milano si è mantenuta sotto questo limite.  Cionostante, nel 2018 si registra un generale trend di crescita nelle coperture vaccinali di bambini e adolescenti rispetto all'anno precedente. Lo riferisce il ministero della Salute che a luglio ha pubblicato i dati relativi al 2018. Nella maggior parte delle regioni la copertura a 24 mesi contro la polio (usata come indicatore per le vaccinazioni contenute nell'esavalente) supera la soglia minima raccomandata dall'Organizzazione mondiale della sanità, pari al 95%. Due regioni (Valle d'Aosta e P.A. Trento) sono prossime all'obiettivo, restano, tuttavia, quattro regioni (Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia e Veneto) con una copertura sottosoglia e la P.A. Bolzano con una copertura (83,33) ancora ben lontana dal target. Continua a destare preoccupazione il mancato raggiungimento dell'obiettivo del 95% per la vaccinazione contro morbillo-parotite-rosolia, in tutte le fasce d'età considerate, nonostante il trend in aumento registrato.  Il 31 ottobre ha segnato il termine entro cui ogni istituto scolastico ha dovuto provvedere alle segnalazioni delle classi in cui ci siano due o più bambini non vaccinati. Che cosa rischiano i genitori inadempienti? Una sanzione pecuniaria, prima di tutto, una segnalazione alle Asl di zona per l'avviamento di una procedura di sensibilizzazione agli obblighi vaccinali, oltre che - nel caso del nido e della scuola materna - la conseguenza pratica dell'esclusione dalla frequenza scolastica, non trattandosi di scuola dell'obbligo.  Ma cosa prevede il decreto legge 73/2017, convertito nella legge 119 del 2017, più comunemente nota come “Legge Lorenzin”? L'art. 1 impone che a tutti i minori di età compresa tra 0 e 16 anni vengano somministrati due gruppi di dieci vaccini: anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella. Si tratta, dunque, di un obbligo di legge, la cui violazione comporta l'applicazione di una sanzione amministrativa da 100 a 500 euro. Inoltre, la norma prevede l'attivazione, in caso di mancata vaccinazione, di un sistema volto a sensibilizzare i genitori sull'importanza delle vaccinazioni e sull'obbligo vaccinale, ed in particolare prevede che il padre e la madre vengano convocati dall'azienda sanitaria locale per un colloquio al fine di fornire informazioni, sollecitarne l'effettuazione o acquisire elementi di esonero o differimento. La normativa prevede l'esonero dall'obbligo vaccinale esclusivamente in caso di avvenuta immunizzazione a seguito di malattia naturale, quando vi sia una certificazione in tal senso del medico curante o in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate. Tale obbligo di legge, inoltre, viene sancito come requisito per l'ammissione alle scuole dell'infanzia (bambini 0 – 6 anni), mentre per i bambini e gli adolescenti di età compresa tra 6 e 16 anni non comporta l'esclusione della frequenza scolastica (essendo la scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado obbligatoria fino al compimento dei 16 anni) ma sanzioni pecuniarie per i genitori inadempienti. Per alleggerire gli oneri a carico delle famiglie è nel frattempo andata a regime l'Anagrafe nazionale vaccini, istituita con Decreto del ministero della Salute 17 settembre 2018. Grazie alla comunicazione telematica tra Asl e istituti, per la prima volta i genitori non hanno dovuto presentare alle scuole i certificati di avvenuta vaccinazione.  Ma cosa succede in caso di contrasto tra i genitori sulla scelta di sottoporre il figlio alle vaccinazioni obbligatorie? Spiega l'avvocato Lorenzo Puglisi, specializzato in diritto di famiglia e fondatore dell'associazione Familylegal: “Nel caso due genitori abbiano posizioni opposte rispetto alla vaccinazione dei figli, prevale l'avviso del genitore favorevole, il quale è libero di vaccinare il figlio in conformità agli obblighi di legge”. Questa è la decisione assunta da una recente sentenza del Tribunale di Milano (Tribunale di Milano, IX Sez. civile, ordinanza 9.1.2018 (est. Cattaneo), che ha persino previsto che “in caso di contrasto tra genitori separati sull'opportunità di sottoporre il figlio minore a vaccino obbligatorio è ammissibile l'affievolimento della responsabilità genitoriale (limitatamente alla questione vaccini) del genitore contrario, ritenendosi più corretta la scelta dell'altro genitore conforme alla legge e all'opinione scientifica largamente dominante”. Non viene, quindi meno il regime di affido condiviso, ma in deroga ai principi generali che lo governano, viene tollerata una sua parziale “sospensione” nel preminente interesse del minore.  La mappa dell'Italia non si presenta tuttavia omogenea: vi sono regioni “virtuose” e aree meno “coperte”. In Veneto, ad esempio, sono quasi 7 mila i bambini fuori dall'asilo mentre sono pronti verbali da 180 euro per le famiglie di 50 mila studenti. In Lombardia i piccoli che non hanno potuto accedere alla materna sono 20 mila. Regione d'eccellenza il Lazio dove la copertura avrebbe superato il 98% per il vaccino contro polio, difterite, tetano, epatite B e pertosse e oltre il 97% per il morbillo, la parotite e la rosolia.       

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