Alessandra Moretti alla festa di Natale della scuola. La Lega si infuria. Ecco cosa è successo
Natale senza par condicio ad Arzignano, in provincia di Vicenza? Alla festa della scuola primaria, domenica 21 dicembre sale sul palco Alessandra Moretti, unica politica invitata, ed è subito polemica. Riporta il Corriere del Veneto che il consigliere regionale della Lega Nord Nicola Finco ha raccolto le proteste di alcuni genitori e ha chiesto all'assessore veneto all'Istruzione di pretendere dai presidi una maggiore imparzialità, considerando anche il fatto che in Veneto si voterà per le Regionali. Regime - "Nessun rappresentante della Regione Veneto è stato invitato a quella festa, come era logico trattandosi di una cerimonia natalizia per alunni e famiglie da cui la politica, a parer mio, dovrebbe restare fuori", spiega Finco. "Io, come consigliere vicentino, non ho ricevuto alcun invito, e men che meno l'assessore all'Istruzione, pure vicentina. Vorrei capire a che titolo invece è stata invitata solo Alessandra Moretti, peraltro salita sul palco con tanto di megaschermo col suo nome. Una cosa d'altri tempi, oserei dire da regime". E conclude con ironia: "Non vorrei che l'onorevole Ladylike, sotto elezioni, pensasse di trasformarsi in Babylike e politicizzare le scuole venete per farsi campagna". La replica - Il direttore dell'istituto, Pier Paolo Frigotto, fa sapere in una e-mail, "ho invitato l'on. Alessandra Moretti insieme a moltissime altre personalità pubbliche, come segno di gratitudine per aver dato l'opportunità a ventiquattro alunni di terza media - i migliori tre di ogni classe, i più meritevoli - di andare a Bruxelles per visitare e conoscere le istituzioni dell'Unione Europea". E ancora, spiega che la Moretti "non mi aveva chiesto di fare l'intervento (cosa piuttosto rara per un politico)" e che "prima di lei era intervenuto il Referente di Arzignano dell'Associazione “Città della Speranza”. E dopo di lei sono intervenuti i sindaci (di diverso orientamento politico) di Montorso Vicentino e di Zermeghedo". Dunque, si chiede, se "tutto ciò significa politicizzare le scuole venete?". Il dirigente scolastico conclude: "La scuola, la famiglia, la società devono insieme occuparsi di far crescere i nostri ragazzi. Nessuno può chiamarsi fuori dal compito educativo e da uno stile esemplare di relazione, di attenzione, di preoccupazione per la crescita dei più giovani. Non solo: non si tratta di essere, singolarmente, attenti alla formazione dei ragazzi, ma occorre esserlo insieme, nella cura dei legami, dando vita ad un'esperienza comunitaria qualificata dalle relazioni che tengono insieme, in maniera solidale, tutte le figure educative".