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Giulia Bongiorno: "Sparare a chi ci entra in casa è un diritto"

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Giovanni Ruggiero
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Avvocato, che impresa raggiungerla... «Sono state due settimane intense. Ho in uscita «Le donne corrono da sole», un libro sulla emancipazione interrotta delle donne, e sono stata impegnata in una serie di casi un po' complessi (non fa i nomi ma basta scorrere la cronaca per capire che si riferisce alla difesa del giudice Saguto, sospesa dal Csm, di Francesca Chaouqui, implicata nello scandalo Vaticano, e di Carlo Tavecchio, presidente della Federazione calcio ; ndr) e con l' Associazione «Doppia difesa», che ho con Michelle Hunziker, ho lavorato alla divulgazione di tre spot contro l' alienazione parentale, l' atteggiamento di molti genitori che in corso di separazione denigrano l' ex coniuige in presenza del figlio minore». Quanto lavora al giorno? «Ininterrottamente. Ho studio e casa nello stesso palazzo, in modo da potermi occupare di mio figlio, che a gennaio farà cinque anni». Ho la sensazione questo c' entri in qualche modo con il suo ultimo libro, che ha una tesi forte... «L' emancipazione femminile è una favola, la condizione della donna in Italia è peggiorata. Un tempo almeno c' era il culto dell' angelo del focolare, oggi la casalinga è disprezzata e percepita come una mantenuta che non sa fare nulla». Quali rimedi suggerisce? «È giunto il momento di smetterla di invocare condizioni di parità, perché solo con la disparità si può uscire dalla discriminazione: servono norme che diano diritti effettivi alle donne. È un risarcimento minimo dopo secoli di sudditanza». Ma io che sono uomo oggi cosa c' entro col passato: il maschio è già in crisi, vuole annientarlo? «Il mio è un libro per uomini, per sensibilizzarli. Le donne già lo sanno di dover correre da sole. Perché l' uomo può urlare dove sono finiti i miei calzini e la donna no?» La donna valuta l' uomo anche sulla base del successo professionale, altrettanto non avviene... «Non è più vero. Conosco donne che fingono di studiare per un concorso per giustificare il fatto che stanno a casa a occuparsi della famiglia». Quando un bimbo sta male però chiama mamma, non papà... «È la scusa di tutti gli uomini: pensaci tu, che sei più brava. È una questione culturale, da noi gli uomini si vergognano a occuparsi troppo dei figli e le donne sono dilaniate dal senso di colpa verso la prole. Se una donna lavora deve rinunciare del tutto alla propria vita. Se li si abitua, i bimbi chiamano indifferentemente mamma e papà». Ma davvero uomini e donne sono uguali? «Le differenze sono di genere, non di ruolo. Forse noi siamo più emotive ma per il resto siamo uguali, e tutti possiamo fare tutto». Lei a che cosa ha rinunciato per la carriera? «Ho fatto un figlio a 44 anni. Al di là di questo, ci sono stati periodi in cui dormivo due ore per notte. Sono stata aiutata dal fatto che amo la mia professione. Ancora oggi quando apro un fascicolo mi monta l' adrenalina». Basta lo spirito di sacrificio? «A chi vuole lavorare con me chiedo se è disposto a sposare lo studio, a sacrificare le domeniche, verifico resistenza e diligenza. Non credo al genio. Ma un talento l' avvocato deve averlo: il colpo d' occhio, la capacità di cogliere il punto debole dell' accusa, perché l' accusa perfetta non esiste». E per essere il numero uno? «Questo non dev' essere un obiettivo. Io ebbi la fortuna che l' avvocato Coppi si appoggiò per il processo Andreotti allo studio in cui lavoravo». Da allora la giustizia non ha risolto nessuno dei suoi problemi. «Perché la politica ha un disinteresse totale a risolverli. Andreotti diceva che la giusizia non ha appeal. Il guaio è che per certi magistrati la politica ne ha troppo». Ritiene la magistratura politicizzata? «Mi sembra un dato di fatto che alcuni magistrati facciano politica. Alcuni addirittura si candidano ed è inaccettabile che possano poi tornare in toga. La magistratura è un sacerdozio che deve restare al di sopra di tutto». Una concezione altissima. Non sarà diplomazia? «Un' altissima concezione dell' istituto. E davvero molte toghe sono devote alla loro funzione. Ma non tutte sono all' altezza del loro compito. Né dal punto di vista tecnico né da quello dell' imparzialità e della morale. Coppi mi diceva che la legge è uguale per tutti ma i giudici no. Spesso i magistrati migliori sono quelli sconosciuti». Inevitabile chiederle di Ingroia e del fallimento del processo Stato-mafia... «È un processo che non conosco così bene da poterne parlare come avvocato. Quel che penso delle scelte di Ingroia, si intuisce. Quanto al processo Stato-mafia, mi sembrava fondato su accuse un po' fumose. Mannino è stato assolto dopo vent' anni, ma qualcuno ha idea di quello che ha dovuto passare? Io conosco il calvario di Andreotti. Chi paga? Chi ha pagato?». Le intercettazioni servono o vanno limitate? «Servono ma vanno fatte con parsimonia. Ora sono usate troppo e come scorciatoia. Spesso sono usati piccoli brandelli e poi durante il processo magari ne emergono altre di senso opposto. Per non parlare della pubblicazione, spesso strumentale e da limitare». Renzi ha un progetto di legge in proposito... «Qui do ragione a voi giornalisti. Temo parta da un principio giusto per deformalo e usarlo come bavaglio alla stampa. Renzi è un prestigiatore, pensi a cosa ha fatto con la corruzione». Mi dica tutto... «Fa credere che la combatte e nomina Cantone commissario come uomo simbolo. Poi cambia la legge sul falso in bilancio, che è un reato sentinella della corruzione, e di fatto depenalizza le evasioni di lieve entità. È un abilie comunicatore, aiutato da una stampa ossequiosa». La passione per la politica non le è passata. Medita un rientro? «Non mi precludo nulla. Vorrei avere cento vite. Diciamo che escludo solo di poter fare la velina, per evidenti ragioni fisiche». Da che parte starebbe? «Mi scopro sempre più a destra. Anche più a destra della Meloni. Lei e Salvini si stanno muovendo bene. Sopratuttto sulla legittima difesa». La estenderebbe? «Come con i diritti delle donne, farei una legge di disparità per riequlibrare la situazione. Serve il diritto di aprire il fuoco su chiunque si introduce in casa d' altri. Chi lo fa deve accollarsi la responsabilità delle conseguenze. Sarebbe un buon deterrente». Detto da un avvocato... «E che c' entra? Sono un avvocato ma adoro le sanzioni giuste. L' Italia è un Paese pieno di regole ma senza sanzioni. Solo che i veri delinquenti la fanno franca e in carcere ci sta chi aspetta il giudizio. E sa perché? Perché manca la certezza della pena». È severa anche come mamma? «Gioco a calcio con mio figlio malgrado l' età e cerco di assecondare le sue attitudini. Ma non posso negare di essere ingombrante. Dire che sono presente è un eufemismo. Fare la mamma è più difficile che controinterrogare un collaboratore di giustizia». E se suo figlio sposasse una casalinga? «Ma io ho già scelto mia nuora. Sonia, una compagna d' asilo che sto sponsorizzando. È di origine cinese, dubito molto che non lavorerà». E lui, che ha letto il suo libro, stirerà le camicie? «Il libro lo regalo a lei, così capirà come si sentono le donne in famiglia. Non sogno per mio figlio un futuro col ferro da stiro ma voglio che sappia far tutto senza angosciare la moglie se non avrà una cameriera». In una cosa però avvocato lei sta dalla parte dei maschi, l'alienazione parentale... «Sbaglia ancora. Io sto dalla parte del bambino. Anche un uomo può plagiare il figlio contro la madre. Un comportamento che dovrebbe essere reato e va punito a prescindere dall' autore». Però è più femminile... «Capita alle donne che fanno del figlio un loro punto di forza sociale. È la cultura sbagliata di cui si parlava. Se vogliono pari diritti le donne devono affrancarsi da questo atteggiamento». Che futuro vede per suo figlio in questa Italia? «Quando ero ragazza io, sognavamo di andare a Roma e a Milano. Oggi mio figlio è iscritto a una scuola internazionale. Come ormai tutti quelli che possono permetterselo, cerco di dargli una formazione che gli consenta di crescere fuori dall' Italia». Non abbiamo speranze? «Siamo un Paese in cui un professionista paga il 64% di tasse. Di cosa vogliamo parlare? Finché non cambia questo non può esserci ripresa. E c' è chi ha il coraggio di andare in tv a dire di aver abbassato le tasse». Molto berlusconiano... «Le tasse sono un cavallo di battaglia di tutto il centrodestra». Fini ha fatto una stupidaggine? «L' errore di Fini è stato entrare nel Pdl. Io gliel' avevo detto che si sarebbe indebolito e sarebbe stato impossibile avere una linea comune. Dovevamo rimanere in An». La rottura avvenne per ambizione di Fini o per incompatibilità di caratteri? «La rottura fu sulla giustizia. Lo so bene. Fini non voleva le norme che garantivano un salvacondotto a Berlusconi perché avrebbero avuto effetti devastanti su altri processi e ne avrebbe beneficiato anche chi non doveva. Se questo problema si fosse risolto non ci sarebbe stata rottura». Ci fu accanimento giudiziario contro Berlusconi? «Al complotto non credo ma l' accanimento di singole toghe non lo escludo. Credo che però Berlusconi sia caduto anche per le donne. Ero in piazza alla manifestazione "Se non ora quando", c' era indignazione vera». Il centrodestra oggi ha speranze di riprendersi? «Non la vedo semplice. La condizione essenziale è che i suoi leader ed esponenti mettano da parte ambizioni e interessi personali e lavorino per un progetto comune». Di cosa va più fiera della sua esperienza politica? «Della legge sullo stalking fatta con il ministro Carfagna. Dicevano che volevamo impedire il corteggiamento. I fatti ci hanno dato ragione». Difenderebbe uno stalker? «Anche gli stalker vanno difesi. Come fondatrice di un' associazione per i diritti delle donne però in linea di massima evito perché lo troverei contraddittorio. Ma mi è capitato di rifiutare anche altri clienti, se non ero convinta della difesa». Ai suoi clienti chiede mai se sono colpevoli? «L' avvocato Coppi sostiene che non va mai chiesto, tanto mentono. Io però un preinterrogatorio lo faccio, per capire chi ho davanti, come si comporterà al processo e come posso difenderlo. Certo, non è detto che riesca a raggiungere la verità». Il corvo Chaouqui è colpevole? «Ho la sensazione che più che un corvo si rivelerà un moscerino. Il suo ruolo è stato ingigantito, ha fatto errori di inesperienza in un mondo complesso che non conosceva». E il giudice Saguto, ex presidente di una sezione del tribunale sospeso e accusato di corruzione? «È accusata di aver violato una norma che non esiste. I consulenti dei giudici sono scelti con discrezionalità e solo in questi giorni si sta introducendo una norma che detta dei criteri. Poi ha l' aggravante che è un magistrato e per adesso va di moda colpirli». di Pietro Senaldi

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