"Occhio al tuo spazzolino da denti, faccio cose furiose": Sophie, le confessioni di una ninfomane di 27 anni
Si chiama Sophie Cullinane ed è ninfomane. Della sua malattia ne ha parlato in prima persona sul sito The Debrief, in cui ha raccontato come è diventata ciò che è oggi. "Il mio primo orgasmo l'ho avuto a dieci anni. Stavo giocando alla lotta con il mio vicino nel cortile e, strusciando per caso sulle sue gambe, mi sono accorta che tremavano parti del mio corpo fino ad allora mai tenute in considerazione. Raggiunsi uno spettacolare climax e ingenuamente corsi a dirlo a mia madre, la quale, inorridita, mi vietò di rivedere il mio amichetto. E' così che è iniziata la mia ossessione per il sesso". Ed è da questo momento in poi che Sophie inizia a fare i conti con la sua natura: "Con il divieto di mia madre, la mia masturbazione è passata da curiosa a furiosa. Mi masturbavo appena avevo un attimo di tempo, la mia arma migliore era lo spazzolino elettrico di Bart Simpson. A fine giornata, ero esausta. Al liceo, non riuscivo a concentrarmi su niente altro. Arrivavo a scuola un'ora prima così potevo fare cybersesso con sconosciuti attraverso i computer della scuola. Trovavo chat sconce ovunque, che si trattasse di un forum di musica o sulla seconda guerra mondiale. Mi piaceva l'attenzione di questi uomini maturi". Ma è soltanto all'unversità, così come si legge nella traduzione dell'articolo offerto da Dagospia, che Sophie iniziò a sospettare "di avere un problema". "Le mie amiche avevano avuto non più di 9 partner, io avevo fatto sesso con almeno 50 persone, in genere incontrate nei locali e molto più grandi di me. Inoltre mandavo le mie foto nuda o mentre mi masturbavo ai compagni di corso. Al terzo anno, ero praticamente sola. La mia vita sociale era uno schifo, ma questo non mi fermò. Ho continuato a mandare messaggi compulsivi su Twitter, Facebook e Instagram, e a chiedere appuntamenti. Facevo sesso cinque volte a settimana con sconosciuti. In nove mesi ho preso tre volte la clamidia". Dunque, Sophie snocciola altri particolari relativi alla sua condizione, della quale vorrebbe liverarsi, e conclude poco speranzosa: "Il telefono e la masturbazione sono lì a portata di mano. Non so se vincerò questa battaglia che dura da 17 anni".