Nicola Porro: "Le colpe di Bankitalia e tre dubbi da chiarire"
"Ho incontrato alcuni funzionari di Bankitalia, nella mia vita professionale, e tutti hanno un'altissima considerazione dell'Istituzione dove lavorano e, dunque, di se stessi", premette Nicola Porro nel suo editoriale su Il Giornale. Ora, continua il giornalista, non è permesso criticare né l'istituzione né alcun "inquilino di Palazzo Koch" ma questo non li rende "immuni da critiche". Eppure, ci sono poi tre aspetti da considerare. Primo: "Tre uomini di Banca d'Italia sono finiti nelle braccia di Popolare di Vicenza, una delle banche saltate. E il cui leader Zonin, prima di cadere nella polvere, era osannato, compresi i suoi amichetti veneti, come fosse un reale. La cosa è disdicevole. Se un controllore finisce per prendere uno stipendio dal controllato, è una figuraccia". Bankitalia si sarebbe dovuta scusare, "del tipo ci rincresce, faremo in modo, che ciò non avvenga più. Invece pubblica uno stizzito comunicato titolato: Il presunto fenomeno delle porte girevoli". "Ridicoli". Seconda questione: la commissione parlamentare sulle banche che dovrebbe inchiodare i responsabili dei crac. C'è poco tempo, perché, sottolinea Porro, "la legislatura sta per concludersi". E in un Paese in cui si proroga tutto, come rimandare l'aumento dell'età pensionabile, "non si poteva prorogare il governatore della Banca d'Italia, giusto il tempo di vedere le conclusioni della commissione di inchiesta". Una cosa "da pazzi fare un'inchiesta sulle banche e confermare per sei anni, proprio mentre la commissione muove i primi passi, il decisore massimo. Ipocrisia alle stelle. I banchieri incriminati sono fuori gioco, chi li doveva controllare è stato appena rinnovato". Infine: nel sistema europeo Bankitalia non può più stampare moneta ma il numero di dipendenti è superiore alla Bank of England che stampa sterline, sono 6.885 dipendenti contro 3.983. E in Inghilterra, conclude Porro, "alcuni di loro nei mesi scorsi hanno scioperato perché tenuti a stecchetto". Insomma, " Banca d'Italia è la stessa che, per voce del suo governatore nelle considerazioni finali, chiede agli italiani maggiore produttività, taglio della spesa improduttiva, guerra al debito? L'indipendenza della Banca d'Italia è una cosa importante. Ma indipendenza senza responsabilità è un orrore della democrazia".