Marino Bartoletti contro Giampiero Ventura: "Il mio timore, perché allenava la nazionale"
Marino Bartoletti, giornalista sportivo e di spettacoli, su Facebook dice la sua sul disastro italiano della Nazionale di Calcio. "Non avrei mai scelto Ventura come Commissario Tecnico della Nazione", premette, "lo so che è maramaldo dirlo, ma lo dico proprio per tentare una non facile strada del perdono per i suoi peccati che sono stati tanti e sono stati disastrosi (e ai quali la decorosa e forse neanche tanto fortunata partita di San Siro contro i catenacciari svedesi non ha aggiunto, né tolto nulla)". Bartoletti spiega il motivo della sua affermazione: "Un uomo della nostra età deve sempre avere la lucidità di capire qual è un punto di partenza e qual è un punto d'arrivo della carriera e della vita. Lui non l'ha capito e ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza al ruolo a cui era stato chiamato. "Ma mentre Ventura - diciamo dalla suicida trasferta spagnola in poi si dibatteva fra la rottura prolungata e la totale confusione mentale - cosa faceva la Federazione che gli aveva dato quell'incarico?", si chiede il giornalista. Il giornalista con il baffo espone quindi quello che è il suo sospetto. Premettendo che per lui "Tavecchio e Ventura sono l'identica faccia della stessa medaglia: e cioè l'incapacità di un movimento che era stato trainante e vincente di allinearsi alla contemporaneità, cercando di crescere e di guardare al futuro", lancia la bomba: "E qui nasce il sospetto: non sarà per caso quello che si voleva da parte di chi vede in quella obsoleta 'cosa azzurra' un fastidioso ostacolo per la coltivazione e la realizzazione dei propri, personalissimi e ben più convenienti interessi?". Bartoletti dice infine chi secondo lui è il mister ideale. "Tra una dimissione a l'altra qualcuno dovrà fare una telefonata a Carlo Ancelotti, curiosamente libero da impegni e dargli carta bianca: anzi, carta azzurra. E che Ancelotti, allenatore di fama planetaria, vincitore ovunque, persino molto esperto di avventure mondiali (Usa '94), ormai appagato su tutti i fronti (economici e di gloria), libero e padrone di non dover guardare in faccia a nessuno NON AVRA' SCUSE PER NON ACCETTARE".