Isola dei famosi, Nino Formicola svela perché ha partecipato al reality: "Quando Andrea è morto..."
Appena tornato a casa dopo aver vinto l'edizione 2018 dell'Isola dei Famosi, Nino Formicola, in arte Gaspare, tutto si aspettava tranne di essere travolto in modo così affettuoso dal pubblico. Come ha raccontato al Corriere della sera, dopo aver dormito appena un paio d'ore: "Alle otto sono andato in strada per fare una ricarica al telefono, e lì c'è stata un'ondata dalla gente che davvero non mi aspettavo... mi fermano e mi dicono 'complimenti'. Ma complimenti per cosa? Non ho fatto proprio nulla". Leggi anche: Isola, umiliazione totale per De Martino: mentre lui è in tv, la sua ex Belen... Formicola non ha mai avuto un buon rapporto con i reality, anzi spesso li ha anche presi in giro nei suoi sketch in teatro. Ma in cuor suo aveva un obiettivo molto profondo: "Ho partecipato con l'intento di far vedere alle persone che, anche senza Zuzzurro, Gaspare era ancora vivo. Ho continuato a lavorare a teatro in questi anni, ma diciamoci la verità, il teatro non se lo fila nessuno. Per questo ho accettato di partecipare". E lo scopo che si era prefissato, alla fine Nino sembra averlo raggiunto in pieno: "Credo di sì. E mi rende felice capire che la gente aveva stima di noi, perché pur ridendo con noi aveva capito che eravamo persone serie. Se negli anni non abbiamo più fatto tv era perché non eravamo più d'accordo con un certo tipo di tv". La scomparsa dell'amico Andrea è stato un colpo durissimo dal quale reagire per Nino: "Volevo dire a tutti che non sono morto con Andrea... la sensazione è che un po' si fossero dimenticati di me. Quando ho ripreso a lavorare dopo la sua scomparsa, c'è la frase di un impresario che mi ha colpito come un colpo di pistola; per spiegarmi come mai di colpo mio mi diminuiva così drasticamente il cachet, mi aveva chiesto: 'perché lei è capace di lavorare da solo?'. Dopo 40 anni di carriera questa è una pugnalata, specie per chi, come me e Andrea, ha sempre fatto questo lavoro per passione, non per divismo. Per noi era importante che chiunque ci venisse a vedere uscisse da teatro soddisfatto, solo questo".