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Simona Ventura e la chirurgia plastica, il dramma: "Mi guardai allo specchio e iniziai a piangere"

Davide Locano
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Una Simona Ventura a tutto campo, quella che si è confessata a Belve, il programma di Francesca Fagnani su Nove. Super-Simo dice che "se fossi nata uomo sarei direttore generale della Rai". Scatenata, impallina Viale Mazzini, "dove c'è troppa ingerenza politica. A Mediaset non è così". Dunque, rivela: "Ai tempi ho votato Msi, poi Craxi. Matteo Salvini? Comunicativamente ha fatto un grosso lavoro", afferma. Dunque parla di se stessa, della chirurgia plastica, e anche su questo aspetto della sua persona spende parole sorprendenti. "I ritocchini un male necessario? Sì, però io ho smesso, di fatto. Soprattutto in faccia, adesso basta!". Il punto è che la Ventura, a causa della chirurgia plastica, rivela di avere avuto una grossa crisi: "Lo rifarei? No, però allora andava bene. Ho sempre fatto le cose un po' per ribellione. In faccia sto recuperando la mia espressività, anche perché non devo fare la modella". C'è stato un momento in cui non si riconosceva più, chiede la Fagnani? "C'è stato un momento, due anni fa, quando sono andata da Maurizio Costanzo - ammette -. Quando mi sono guardata mi sono messa a piangere. Allora lì ho detto stop", conclude. Leggi anche: Simona Ventura, l'ultima sfida a D'Urso e Marcuzzi

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