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Kaos, l'ultima ipotesi sulla morte del cane eroe di Amatrice: forse non è stato avvelenato

Davide Locano
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Il caso di Kaos ha sconvolto e indignato tutta Italia. Si tratta del cane-eroe di Amatrice, intervenuto nei giorni drammatici del terremoto di due anni fa per salvare vite. Come è noto, è stato ritrovato morto. Avvelenato, pare. Dicevano. Già, perché a distanza di qualche giorno emergono ulteriori dettagli: come riporta Il Messaggero, se qualcuno ha deciso di avvelenarlo, lo ha fatto in maniera mirata, con un solo boccone avvelenato. È quanto è emerso dai rilievi effettuati dalle unità cinofile anti-veleno dei carabinieri forestali di Assergi. Ai rilievi ha partecipato Kenia, un pastore belga malinosi, che ha battuto in lungo e in largo circa un ettaro nei dintorni dell'abitazione del padrone di Kaos, a Sant'Eusanio Forconese, un piccolo borgo a pochi chilometri dall'Aquila. Kenia si è fermata in cinque punti, in due di questi Kaos aveva vomitato, gli altri erano i punti in cui era stato appoggiato il corpo del cane morto dal padrone, mentre risaliva dal punto di ritrovamento. Insomma, potrebbe essersi trattato di un avvelenamento mirato, oppure di un malore, una patologia acuta, cardiaca o di altra natura. Leggi anche: Morto avvelenato Kaos, le immagini strazianti Ogni ipotesi resta in piedi, ma insomma Kaos potrebbe anche non essere stato avvelenato: se qualcuno ha voluto ucciderlo, di certo non ha disseminato esche. Ora, dunque, è necessario attendere gli esiti degli accertamenti sul corpo. Altra circostanza che suggerisce che potrebbe non essersi trattato di avvelenamento, è il fatto che nessun altro animale della zona sia stato male. Dunque, come già detto, se Kaos è stato avvelenato, lo hanno fatto in modo quasi clinico, chirurgico e miratissimo.

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