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Emmanuel Macron, le minacce alla fedelissima: "Ti decapitiamo"

Davide Locano
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«Sarai decapitata». Aurore Bergé, deputata macronista del dipartimento degli Yvelines e portavoce del gruppo La République en marche (Lrem) all' Assemblea nazionale, ha ricevuto il 7 gennaio una lettera di minacce anonima, dove i toni sono altamente violenti. «Bergé parli troppo, sei stata dichiarata colpevole per i tuoi crimini. Presto ti marchieremo a fuoco la figa, e poi sarai decapitata», si legge nel foglio che la deputata ha ricevuto nel suo ufficio all' Assemblea nazionale. «Una nuova lettera di minacce. Con una terrificante originalità nelle sevizie che mi si vorrebbe infliggere. Volerci far vivere sotto minaccia è inammissibile. Pensare che cederemo alla paura significa conoscere male i deputati Lrem», ha scritto su Twitter la Bergé, pubblicando una foto del messaggio minatorio. Leggi anche: Il disastro di Macron fa volare il Tg2 Non è la prima volta che la deputata macronista, volto di primo piano del partito di governo, riceve lettere di questo tipo. «Ho ricevuto minacce di morte, minacce di stupro, succede quasi ogni giorno. Per non parlare dei social network che sono diventati una straordinaria discarica che permette a chiunque, in forma anonima, di poter diffondere il proprio odio», ha dichiarato ai microfoni di Bfm Business la Bergé. Molti sono stati i messaggi di solidarietà, soprattutto dai colleghi macronisti. «Massimo sostegno a te Aurore Bergé. Il tuo coraggio, la tua libertà di donna, le tue idee e il tuo lavoro come politica sono presi di mira da queste frasi infami. Queste minacce devono essere condannate», ha twittato la ministra per le Pari opportunità Marlène Schiappa. La lettera minatoria alla portavoce del gruppo Lrem all'Assemblea nazionale arriva in un contesto molto teso per la macronia. Dall' inizio della crisi aperta dai gilet gialli, diversi deputati hanno ricevuto al proprio domicilio o nei loro uffici di lavoro messaggi particolarmente violenti, senza contare gli attacchi diretti subiti sui social network. Il clima, che sembrava potersi rasserenare dopo i passi indietro di Macron, continua invece a essere incandescente. E l'episodio che sabato, per l' VIII Atto della mobilitazione, ha visto protagonista l' ex campione di pugilato Christophe Dettinger, attualmente in stato di fermo per aver aggredito due gendarmi, ha aggravato la situazione. Ieri, una raccolta fondi lanciata sulla piattaforma online Leetchi per pagare le spese giudiziarie del pugile ha sorpassato in poco tempo i 120mila euro. «È disgustoso», ha commentato il ministro per l' Economia digitale Mounir Mahjoubi. di Mauro Zanon

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