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Boschi italiani sempre più sicuri, grazie al Pefc

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(AdnKronos) - Boschi italiani sempre più sicuri, grazie al Pefc (Programme for the Endorsement of Forest Certificazion). "È una procedura di verifica riconosciuta e collaudata che porta all'emissione, da parte di un organismo indipendente, di un certificato che attesta che le forme di gestione boschiva rispondano a determinati requisiti di correttezza e sostenibilità", ha spiegato Antonio Brunori, segretario generale del Pefc Italia, alla manifestazione 'Lago Trasimeno Slow Living', come informa un articolo pubblicato sul nuovo numero ell'Almanacco della Scienza on line del Cnr. "Oltre che per i cibi, anche per prodotti derivati dal legno, come per esempio mobili, parquet, carta, la certificazione dà garanzia che questi abbiano origine certa, legale e sostenibile". Con circa 800 mila ettari di foreste certificate Pefc, il 9% della superficie totale a bosco (8.759.200 ettari), l'Italia si attesta al 14° posto nel mondo, con un aumento di oltre 23 mila ettari pari al +3,2% rispetto all'anno precedente, il 2012. I boschi certificati italiani producono materiale famoso in tutto il mondo, come il legno di 'risonanza' per strumenti musicali: i violini Stradivari erano fatti con legno di abete rosso della Valdifiemme e le viole più costose al mondo sono fatte con acero e abete rosso della foresta di Tarvisio. Inoltre, il legno certificato si è rivelato perfetto per le costruzioni antisismiche, come ha dimostrato la casa di sette piani dell'Ivalsa-Cnr, che ha resistito con successo alla simulazione del terremoto di Kobe del 1995, di magnitudo 7,2 della scala Richter. Infine, nella quasi totalità dei boschi certificati gli incendi forestali sono contrastati dalla gestione attiva, che implica anche sorveglianza e pulizia. Negli ultimi 50 anni, in Italia, la superficie boschiva è raddoppiata ed è una fonte di ricchezza e mantiene viva la cultura rurale delle nostre montagne. "I boschi dovrebbero essere coltivati e tagliare si può e si deve", ha detto il segretario del Pefc. "A decidere dove e quando sono gli esperti in Scienze forestali, con previsioni precise e strumenti tecnologicamente avanzati. Il taglio fatto in modo corretto produce economia per un comparto che dà lavoro a oltre 600 mila persone", prosegue Brunori. "Anche la carta, se è certificata, si può sapere da dove proviene, con la certezza che un bosco gestito in modo corretto". Il nostro Paese importa il 90% di legname-carta dall'estero e l'Unione Europea ha dichiarato che il 25% è di provenienza illegale, spesso da foreste tropicali, dalle zone dell'Amazzonia, del Congo, dell'Indonesia. "Così come per i prodotti biologici nell'alimentare, il marchio riportato sul prodotto di legno o carta è un certificato di tracciabilità: permette di ricostruire la filiera che porta alla origine, con la stessa logica del codice a barre", ha concluso il segretario Pefc.

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