Cerca
Logo
Cerca
+

Gli italiani non rinunciano alla pizza e scelgono la modalità da asporto

  • a
  • a
  • a

Roma, 11 mar. - (Adnkronos) - Cambia la modalità di consumo ma alla pizza non si rinuncia. Gli italiani, infatti, anche con il portafogli più leggero, non dicono no ad uno prodotto gastronomico simbolo del made in Italy, ma invece del ristorante scelgono la modalità asporto. A parlare all'Adnkronos di come sono cambiate le abitudini di consumo degli italiani in tempo di crisi è lo Scatolificio Martinelli di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, che da poco, insieme ad altri partner ha fondato l'Associazione Porta pizza sicuro. Al mese, spiega Ciro Martinelli, uno dei soci titolare dell'azienda, "vendiamo 2 milioni e mezzo di scatole. La maggior parte è destinato al territorio nazionale mentre circa 500 mila all'estero". Per lo Scatolificio, dunque, la crisi è stata un'opportunità: "Siamo tutti preoccupati per la situazione economica ma in un certo senso ha aiutato la nostra azienda". Basti pensare che "le vendite sono aumentate di circa il 15% perché le persone preferiscono risparmiare e mangiare la pizza a casa". La pizza, infatti, nonostante i rincari resta ancora accessibile: "se gli italiani dovessero smettere di consumarla allora vorrebbe dire che siamo ridotti male". Da nord a sud "il consumo è forte e proprio in questi giorni abbiamo una consegna in Madagascar". Ma quanto costa un scatola per la pizza? Considerando la misura standard (32 cm) adatta per una margherita "il costo si aggira intorno allo 0,102 centesimi". Da Somma Vesuviana arriva anche una novità: l'Associazione porta pizza sicuro. L'idea, spiega Martinelli, "è nata da poco in collaborazione con un altro scatolificio di Napoli, la Dasalcart". L'obiettivo "è fare in modo che si vendano solo scatole per la pizza alimentare secondo i criteri stabiliti dalla legge". Secondo la legge, infatti, i materiali da riciclo possono essere utilizzati solo per alcuni tipi di prodotti alimentari, ma tra questi non rientra la pizza. Questo perché "il cartone a contatto con un alimento caldo potrebbe favorire un'emigrazione di sostanze nocive". Con questa associazione "vogliamo garantire un prodotto per alimenti al 100% sicuro dotato di tutte le certificazioni che per legge siamo obbligati ad avere. Nel nostro caso, dunque - conclude Martinelli, la carta è di prima scelta e certificata".

Dai blog