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Ingv: metano abiotico in Italia piu' diffuso del previsto

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Roma, 12 ago. - (Adnkronos) - Una scoperta che potrebbe aprire nuovi scenari energetici, ma anche rivoluzionare le teorie sull'evoluzione della vita. Riguarda il metano cosiddetto 'abiotico', quello cioe' che si produce indipendentemente dalla presenza di materia organica e che, secondo una ricerca dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), in alcune aree e' in grado di formarsi anche a temperature inferiori ai 100 gradi. Finora era noto solo quello prodotto da reazioni inorganiche, in genere sopra i 200°C, le cui quantita' sono generalmente molto basse, non sufficienti per uno sfruttamento commerciale. Il 'nuovo' metano abiotico scoperto dai ricercatori dell'Ingv sarebbe invece molto piu' diffuso di quanto ritenuto finora, con una presenza importante anche in Grecia, Portogallo, Turchia e Italia. In Italia il metano abiotico e' stato trovato nelle sorgenti sulle colline che sovrastano Genova, in particolare nelle Terme di Acquasanta. "Non abbiamo scoperto giacimenti, ma la presenza di abbondanti quantita' di metano abiotico", specifica all'Adnkronos il coordinatore della ricerca Giusepe Etiope. Ma le due cose non si escludono a vicenda, anzi: spettera' ora proprio alla ricerca capire l'origine sotterranea di questo metano osservato in superficie e stimarne le quantita' per ipotizzare di utilizzarlo come fonte energetica. "Siamo in una fase teorica, non sappiamo ancora se questo metano puo' essere estratto e commercializzato - aggiunge Etiope - per questo servono ulteriori fondi per continuare la ricerca. Finora abbiamo studiato il gas in superficie, ma se e' presente in superficie significa che migra da rocce profonde, dobbiamo quindi capire quale percorso segue, da dove arriva e stimarne la quantita'". Osservando la quantita' dei flussi superficiali di questo metano (e "le quantita' osservate finora non sono poche", specifica Etiope) si puo' infatti stimarne la quantita' nel sottosuolo. Secondo la ricerca dell'Ingv, il metano abiotico e' presente in quantita' percentuali fino all'80-90% in certe rocce ignee che affiorano sulla superficie terrestre, e si forma a seguito di una miscelazione di idrogeno e anidride carbonica (la cosiddetta 'reazione di Sabatier'). Ora pero' bisogna capire "a quali profondita' si trova il metano abiotico, se e' in pressione, se e' in quantita' sfruttabili, se la sua estrazione e' compatibile con l'ambiente ed eventualmente mettere a punto tecniche di estrazione che non impattino". Secondo il modello teorico che ha portato i ricercatori a cercare il metano abiotico nelle rocce presenti nelle sorgenti termali Genova, con successo, lo stesso potrebbe essere presente in decine di altre sorgenti, in Liguria, e ovunque vi sia presenza di acque con Ph superiore a 10. Sarebbe infatti "piu' diffuso del previsto in alcuni ambienti geologici", aggiunge il ricercatore. Ma al di la' delle quantita' presenti e delle ipotesi commerciali, la ricerca apre anche altri scenari. Un'altra implicazione delle scoperte effettuate dalla ricerca, infatti, e' che questo gas potrebbe essere prodotto su altri pianeti, in particolare su Marte, dove sono state scoperte rocce serpentinizzate simili a quelle terrestri. Le rocce termali di Genova studiate sono infatti "le stesse rocce che possiamo trovare su Marte", aggiunge il ricercatore. Se a questo si aggiunge la capacita' di questo gas di generarsi a temperature inferiori a 100 gradi, si puo' ipotizzare "che anche su Marte potrebbe verificarsi la stessa reazione che origina il metano abiotico sulla Terra, ovvero una miscelazione tra anidrite carbonica e idrogeno". Trattandosi di un metano che non si origina dalla degradazione della sostanza organica (come il cosiddetto metano 'biotico'), ma che si produce indipendentemente dalla presenza di materia organica e che puo' generare a sua volta quei batteri che si nutrono di gas, "questa scoperta puo' rivoluzionare le teorie sull'origine della vita", aggiunge il coordinatore della ricerca. La reazione di Sabatier e' uno dei tasselli fondamentali per l'origine della vita e rappresenta il passaggio dalla chimica inorganica a quella organica. Diversi scienziati della Nasa ritengono infatti che sia alla base dell'origine della vita sulla Terra. Il fatto che questo passaggio, da chimica inorganica a organica, possa avvenire a basse temperature suggerisce che l'origine della vita non e' legata necessariamente a sistemi idrotermali, come ipotizzato nelle teorie della Nasa. Il metano prodotto a basse temperature, anche sui continenti, puo' avere innescato il ciclo organico alimentando i primi batteri.

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