Legambiente, ecco i sei killer delle coste italiane
Il dossier 'Sei delitti sotto l'ombrellone' dall'abusivismo alle grandi navi
Roma, 14 ago. - (Adnkronos) - Un 'giallo di Ferragosto' in cui il colpevole, anzi i colpevoli, non bisogna scoprirli perche' sono ben noti. Sono i killer dei mari e delle spiagge, quelli che attentano quotidianamente alla salute e alla bellezza delle coste italiane, raccolti da Legambiente nel dossier "Sei delitti sotto l'ombrellone. Il giallo di Ferragosto". Delitti perpetrati sotto gli occhi di tutti da maladepurazione, estrazioni petrolifere, abusivismo edilizio, consumo di suolo costiero, grandi navi e inquinamento da attivita' militari. "Delitti commessi senza distinzioni e senza condanne lungo tutta la penisola. Un giallo apparentemente dall'esito scontato, ma che mette in luce la molteplicita' di attacchi che stanno subendo le acque di fiumi e mari, le coste, i fondali", sottolinea Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente. "Un assalto all'ecosistema marino e fluviale senza precedenti - aggiunge Ciafani -che va dall'assente o cattiva depurazione, alla scellerata scelta energetica nazionale di puntare ancora sul petrolio o alla mai paga industria del calcestruzzo illegale e non. E' ora di porre fine a questo scempio. Non basta piu' la mera enunciazione di principi, ma serve una strategia comune per garantire le protezione e il risanamento dei nostri ecosistemi, assicurando al tempo stesso la correttezza ecologica delle attivita' economiche connesse all'ambiente marino. Regioni, comuni e province, nonche' lo stesso Governo centrale, sono chiamati a una scelta di campo non piu' procrastinabile che dia finalmente inizio al tanto decantato green new deal". Primo delitto, la maladepurazione da mord a sud della Penisola. A partire dal Litorale Domitio Flegreo, dove sta compromettendo uno dei tratti piu' belli della costa campana. Ci sono poi Molfetta e il litorale tra Bari e Barletta: anche qui e' preoccupante lo stato in cui versano gli impianti. A Crotone e nell'alto Ionio Calabrese sono stati sequestrati diversi impianti per malfunzionamenti o cattiva gestione. Non e' una novita' neanche il ritorno del "killer" in provincia di Reggio Calabria ed in particolare per le foci dei fiumi Mesima, Menga e Petrace. Non va meglio a Palermo, tra i Comuni chiamati in causa dalla condanna della Corte di Giustizia Europea per l'inadempienza della direttiva sul trattamento dei reflui urbani. Non fanno eccezione la Foce del Tevere e i fiumi marchigiani. Nel ferrarese si sposta verso il Delta del Po a Comacchio. Un tratto di mare, tra l'altro, interessato anche da un'intensa moria di pesci. Le estrazioni petrolifere rappresentano l'altro imputato eccellente: sott'accusa a Ombrina mare e nell'Adriatico centro meridionale cosi' come nel mar Ionio e nel Canale di Sicilia. L'assalto di nuove trivelle da parte delle compagnie petrolifere e' senza sosta. Una caccia aperta ai nuovi giacimenti, nonostante il parere contrario di cittadini, associazioni e delle stesse amministrazioni locali e regionali e le ridicole quantita' in gioco che si esaurirebbero in poche settimane. Vecchio, ma spavaldo e mai domo il "cemento illegale". L'abusivismo edilizio resta una piaga soprattutto nel sud Italia. Il dossier di Legambiente segnala in particolare tre "luoghi del delitto": Triscina, in provincia di Trapani, che con oltre 5mila case illegali si aggiudica il record assoluto dell'avanzare del calcestruzzo; Ischia e la provincia di Salerno; Torre Mileto, a Lesina in provincia di Foggia, scelta negli anni '70 da vacanzieri abusivi per la costruzione di un intero villaggio costiero completamente illegale. Consumo di suolo costiero: su 8 regioni prese sotto esame da Legambiente (Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Sicilia, Campania e Lazio), su 1800 km di costa, oltre il 55% e' trasformato irreversibilmente da urbanizzazione e infrastrutture. I luoghi del delitto individuati tra la provincia di Teramo e Pescara, dove solo il 9% dell'area ricade in area protetta; tra Roma e Latina, dove non solo si e' trasformato in modo irreversibile il paesaggio a favore di stabilimenti balneari; tra Imperia e Ospedaletti, vittime del gigantismo portuale. Sul banco degli imputati finiscono anche le "Grandi navi". Non solo all'Isola del Giglio, dove il gigante della tragedia e' ancora li' e nessuno e' in grado di dire quando la Concordia sara' spostata; ma anche nella Laguna di Venezia dove le citta' galleggianti continuano a transitare imponenti nel canale di San Marco per offrire ai turisti l'emozione di toccare il campanile piu' famoso del mondo. La Sardegna e' invece sotto lo scacco per l'inquinamento e le bonifiche da completare dovute alle attivita' militari: all'ex arsenale militare de La Maddalena, e al poligono di Quirra in Ogliastra dove la attivita' militari continuano a danneggiare ambiente e salute.