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La tribù dei Dongria contro lo sfruttamento minerario delle sue colline sacre

Al ministro indiano dell'Ambiente spetta l'ultima parola

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Roma, 20 ago. -(Adnkronos) - Una tribù che vive a contatto con la natura che si oppone a un colosso minerario e ai suoi progetti di sfruttamento di un territorio considerato sacro. Sembra la trama di 'Avatar', il film di James Cameron, invece è una storia vera. Teatro della vicenda, invece del pianeta Pandora, è l'India, e i protagonisti sono da una parte la tribù indiana dei Dongria Kondh, al posto dei bluastri Nàvi, e dall'altra il gigante minerario Vedanta Resources, al posto della compagnia interplanetaria Rda, con il suo progetto di aprire una miniera a cielo aperto sulle colline di Niyamgiri, sacre per i Dongria. E' proprio su quelle colline che vivono gli dei venerati nei 12 villaggi Dongria che hanno votato all'unanimità contro la miniera di Vedanta in occasione delle consultazioni ordinate dalla Corte Suprema indiana indette proprio perché, se il progetto minerario fosse stato realizzato, i diritti religiosi, culturali e sociali della tribù sarebbero stati minati. I risultati delle consultazioni devono essere ora valutati dal Ministro indiano dell'Ambiente e delle Foreste, a cui spetta l'ultima parola in merito, "ma difficilmente - fa sapere Survival International, l'associazione che difende i diritti di popolazioni e tribù - sarà dato il via libera alla miniera". Secondo l'associazione che ha appoggiato la lotta dei Dongria, la miniera avrebbe distrutto le foreste e interrotto il corso dei fiumi delle colline di Niyamgiri, fulcro della vita e dell'identità degli 8mila membri della tribù, segnando così la fine dei Dongria come popolo autosufficiente. I Dongria sono rimasti compatti e decisi a salvare le loro colline "nonostante le intimidazioni e le molestie subite da parte della polizia paramilitare, e le continue dichiarazioni di Vedanta Resources, secondo cui la tribù era a favore della miniera. Nel corso della lotta per difendere Niyamgiri - continua Survival International - alcuni leader dongria sono stati imprigionati e torturati, ma la resistenza della tribù è continuata". Survival International e i suoi sostenitori hanno appoggiato la lotta dei Dongria con proteste in tutto il mondo, inviato migliaia di lettere al governo indiano, coinvolto celebrità come Claudio Santamaria in Italia e Joanna Lumley e Michael Palin all'estero, e portato la battaglia della tribù all'attenzione mondiale. Il modo in cui Vedanta tratta i Dongria è stato condannato, tra gli altri, anche dal Governo britannico e da diversi azionisti, come la Chiesa d'Inghilterra, che hanno rinunciato ai loro investimenti nella compagnia per ragioni etiche. "Vedanta ha continuato a sostenere che gli indigeni fossero a favore della miniera nonostante tutte le prove dimostrassero il contrario. I Dongria hanno chiaramente dimostrato che non era vero - dichiara il direttore generale di Survival International, Stephen Corry - Vedanta deve cambiare radicalmente il suo modo di fare affari. Se il governo indiano non dovesse chiudere questo progetto una volta per tutte, sarà un'evidente negazione della giustizia e dei diritti umani". La storia inizia nel 1997, quando una società sussidiaria di Vedanta Resources, la Sterlite, stringe il primo accordo con il governo indiano per aprire una miniera di bauxite a Niyamgiri. Nel 2003 iniziano le proteste contro il trasferimento di alcuni villaggi, pianificato per far spazio alla costruzione di una raffineria di Vedanta Resources presso Lanjigarh, gli abitanti di alcuni villaggi vengono sfrattati e iniziano i lavori, ma nel 2005 una commissione di esperti della Corte Suprema dichiara che la miniera di Niyamgiri "non dovrebbe essere autorizzata". Nonostante questo, nel 2007 la raffineria di Lanjigarh inizia le sue attività e Survival presenta un reclamo all'Ocse.

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