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Alla per la produzione artigianale di formaggi, soprattutto se di montagna

Sardo: "Anche il consumatore è poco attento e 'ende a non premiare le produzioni di qualità"

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Roma, 23 ago. - (Adnkronos) - A rischio le piccole produzioni artigianali di formaggi. E più si sale di quota e più i vecchi sapori della tradizione rischiano l'estinzione. A lanciare l'allarme è Slow Food che organizza 'Cheese', la rassegna internazionale delle produzioni casearie in programma dal 20 al 23 settembre a Bra (Cuneo). Per pastori e allevatori "che vogliono restare sul mercato in modo corretto e a prezzi concorrenziali, è difficile mantenere le produzioni" spiega all'Adnkronos, Piero Sardo presidente della Fondazione Slow Food per la biodiversità. Inoltre, per accedere ad un mercato più vasto, queste piccole realtà devono passare per la grande distribuzione "che è incompatibile con le piccole realtà". Per questo, sottolinea Sardo, "volendo essere pessimisti, sono a rischio tutte le piccole produzioni artigianali" e a farne le spese sono soprattutto "quelle di alta montagna, come i formaggi delle Alpi". Oltre alla poco disponibilità del mercato ad accogliere questi prodotti di nicchia c'è anche il fatto che i giovani non hanno più voglia di affrontare queste produzioni: "è un lavoro faticoso che contempla 3-4 mesi da passare in montagna e non è poi così remunerativo". Ma c'è anche un altro fattore da tenere in considerazione: "stanno sparendo le razze storiche legate ai vari tipi di formaggio" come ad esempio la razza tortolese in Lombardia per lo stracchino e il taleggio. I motivi sono puramente economici e lo stesso vale per l'allevamento di pecore: "Quella sarda, ad esempio, è piccola e molto produttiva e per questo è la razza dominante". Ma, sottolinea Piero Sardo, "portare la pecore sarda in Friuli non funziona perché così non si mantiene il legame con il territorio". Magari "la toma di Cocconato e di Rimella si produce ancora con un altro latte ma non è la stessa cosa". Purtroppo, però, secondo il presidente della Fondazione Slow Food per la biodiversità, anche il consumatore è poco attento e "tende a non premiare queste produzioni di qualità: è distratto e vittima di una scarsa informazione". Insomma, il consumatore è "responsabile nelle intenzioni ma poi sceglie sempre in base alla convenienza". Per dare visibilità alle nostre eccellenze, 'Cheese 2013' lancia l'iniziativa Salva un formaggio!, chiedendo a tutti di portare a Bra il prodotto caseario ritenuto meritevole di salire sull'Arca del Gusto, il progetto della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus che cataloga i prodotti simbolo delle tradizioni, della cultura e della storia dei cinque continenti. Si tratta, conclude Sardo, "di un inventario pratico dei formaggi a rischio" con la possibilità di riscoprire vecchi sapori.

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