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Il caso Texaco dell'Ecuador contaminato diventa una rassegna fotografica

"De camino hacia la verdad"
domenica 24 novembre 2013
Il caso Texaco dell'Ecuador contaminato diventa una rassegna fotografica

2' di lettura

Roma, 22 nov. - (Adnkronos) - Un sottobosco nero a malapena celato dalle foglie cadute a terra, un liquido scuro e grasso che si mescola all'acqua, anche quella in cui giocano i bambini, e invade terreni e campi coltivati. E' attraverso le immagini, quelle dell'Amazzonia ecuadoriana contaminata dagli versamenti di residui di petrolio durante le estrazioni ad opera dell'impresa Texaco, ora Chevron, che il presidente della Repubblica dell'Ecuador, Rafael Correa, ha deciso non solo di denunciare i danni causati da Chevron-Texaco in Ecuador ma anche di difendere il Paese dalle accuse di responsabilità. Lo strumento della denuncia è il progetto "La mano sporca di Chevron" e le immagini che stanno facendo il giro del mondo, dalla Germania alla Corea, dall'Inghilterra alla Spagna, arrivano in Italia a Roma, Milano e Genova con la mostra fotografica "De camino hacia la verdad". Nella Capitale l'iniziativa si inserisce nel progetto "Porte aperte" all'ambasciata dell'Ecuador dove, oltre alle fotografie, sono disponibili sintetiche pubblicazioni gratuite sulla storia del Caso Chevron-Texaco in Ecuador e nel mondo; a Milano ad ospitare l'iniziativa è il Consolato mentre a Genova è la Fondazione Casa America (qui la mostra resterà aperta fino al 28 novembre). Texaco, racconta l'iniziativa, ha operato nell'Ecuador dal 1964 al 1992, periodo in cui è stata responsabile della fuoriuscita di almeno 71 milioni di litri di residui di petrolio e di 64 milioni di litri di petrolio greggio su oltre 2 milioni di ettari di Amazzonia ecuadoriana, questo nonostante l'articolo 46 del Contratto di sfruttamento firmato tra la Texaco e l'impresa statale di petrolio dell'Ecuador obbligava la Transazionale a usare sistemi di reiniezione sicura dei rifiuti tossici nel sottosuolo, mai utilizzati. Nel 1993 le popolazioni locali si sono organizzate nel Fronte di Difesa dell'Amazzonia per esigere il risarcimento per il danno subito. Così ha avuto inizio una lunga storia giudiziaria che ancora non si è conclusa con un risarcimento, sebbene nel 2011 una Corte Ecuadoriana abbia emesso una sentenza di condanna contro la Chevron-Texaco. Lo Stato ecuadoriano non ha mai denunciato la Chevron. Tuttavia, la Transnazionale ha invece denunciato lo Stato ecuadoriano davanti ai Tribunali internazionali di Arbitrato, con l'intenzione di girare la propria responsabilità.