Roma, 30 lug. (Adnkronos) - Il prezzo dell'accordo tra Unione europea e Cina per l'importazione della componentistica e dei pannelli fotovoltaici cinesi potrà essere salutato con un brindisi. Nei bicchieri vino francese, spagnolo ed italiano che vedono adesso allontanarsi la procedura di dumping che la Cina, dopo una protesta dei produttori locali, aveva avviato contro alcune aziende esportatrici europee accusate di vendere al di sotto dei costi di produzione. "C'è una finestra per avviare una trattativa tra l'Unione europea e i produttori di vino cinese" ha detto il commissario Ue al commercio Karel De Gucht in una conferenza stampa, ed il governo cinese ha promesso di facilitare tali discussioni." L'apertura della Cina a risolvere una serie di controversie potrebbe segnalare un allentamento delle tensioni tra due delle più grandi economie del mondo, ma la loro relazione rimane delicata dato che entrambe le parti cercano di proteggere le proprie industrie nazionali dalla concorrenza sleale. L'Europa è il principale partner commerciale della Cina, mentre per l'Unione europea, la Cina è seconda solo agli Stati Uniti; i legami sono però tesi perché la Cina cerca di aumentare la sua produzione di prodotti ad alta tecnologia in concorrenza con quelli fabbricati in Europa. Nella disputa solare, De Gucht ha raggiunto un accordo con Pechino sabato scorso, fissando un prezzo minimo per le importazioni di pannelli solari cinesi in Europa, che l'anno scorso valevano 21miliardi di euro euro. Sottolineando le tensioni, il ministro del Commercio francese Nicole Bricq detto che la Francia si è riservata di esprime un giudizio sull'accordo raggiunto in quanto, secondo alcuni analisti, sarebbe troppo generoso con i cinesi avendo fissato un prezzo minimo al livello del prezzo corrente di mercato. La disputa vino-pannelli solari era nata nel giugno scorso, dopo la decisione europea di imporre dazi sull'export solare cinese a cui aveva subito fatto seguito una richiesta al governo di Pechino, da parte delle aziende cinesi produttrici di vino, di avviare un'inchiesta contro alcune aziende esportatrici europee. La Cina non è certo il mercato di riferimento per l'export italiano di vino. Lo scorso anno le vendite sono però aumentate del 9% toccando 18 milioni di ettolitri, un quantitativo vicino ai 20 milioni che rappresentano il volume dei consumi in Italia. Il vino italiano ha realizzato in Cina nel 2012 un fatturato di 77 milioni con una crescita del 15%. Un trend proseguito nel primo trimestre del 2013 con un ulteriore incremento dell'11,2 per cento.