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Carlo Conti stravince a Capodanno su Raiuno. Mentana: "E' il simbolo della crisi"

Il 31 dicembre pochi italiani sono usciti di casa, causa crisi. E così il veglione in tv è stato il più visto degli ultimi 15 anni

Giulio Bucchi
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di Francesco Specchia Si tratta di un paradosso di Zenone nell'Italia di Monti. Qui si dimostra che il vero emblema della crisi è un presentatore tv abbronzato come un Comanche, avvolto nell'ironia che fu di Corrado Mantoni; un lavoratore indefesso che è la vera assicurazione sulla vita della Rai. Carlo Conti, l'ansiolitico vivente.  L'altra sera, assieme ai botti, Conti è esploso nel suo ennesimo successo: L'anno che verrà l'appuntamento del Veglione di Raiuno da lui condotto ha intrattenuto 6.475.000 telespettatori con il 37.35% di share nella prima parte e 4.233.000 telespettatori con il 41.86% di share nella seconda. Numeri mostruosi. Intendiamoci. Vale per L'anno che verrà il concetto dell'altro show di successo di Conti, il Tale e Quale Show targato Endemol: sono programmi d'approccio elementare. Nel senso che anche un bimbo di prima elementare è in grado di capirne il meccanismo: c'è un sacco di gente variamente famosa sul palco che sorride e fa casino, e che, soprattutto, ti aiuta, da casa, nel conto alla rovescia per stappare lo spumante. Fine. Conti va indubbiamente applaudito: con Carlotta Graverini la Prima Miss del 2013, Raf, Marco Masini e Jerry Calà da fucilazione che stonava I like Chopin ha rimpinguato le casse Sipra e sostenuto la Rai, cioè noi. Eppure qui sta il paradosso. Leggi l'articolo integrale di Francesco Specchia su Libero in edicola oggi, mercoledì 2 gennaio

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