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Orietta Berti, il dolore incancellabile: "Il suicidio di Tenco? Lettera falsa, tutta una montatura"

Giulio Bucchi
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"Quel dolore me lo sono portato, me lo porto e me lo porterò addosso per tutta la vita". Orietta Berti, intervistata dal Quotidiano nazionale, ripercorre la drammatica vicenda di Luigi Tenco, morto suicida al Festival di Sanremo. Un giallo che ancora oggi fa discutere chi era con lui in quei giorni di fine gennaio 1967. Leggi anche: Orietta Berti tradisce Fazio, la sua scelta clamorosa Nella sua stanza di albergo, prima di perdere la vita per un colpo di pistola alla testa, il cantautore genovese avrebbe scritto (il condizionale è ancora d'obbligo, anche 50 anni dopo) una lettera per spiegare il motivo del suo gesto: una clamorosa, tragica protesta contro un mondo musicale che esclude Ciao amore ciao e manda in finale un pezzo come Io tu e le rose. Canzone che, guarda caso, era della Berti. "Ci sono finita in mezzo per caso - attacca la cantante emiliana -. Quel biglietto fu una montatura, non lo scrisse Tenco. Suo fratello Valentino mi confermò che quella non era la calligrafia di Luigi. Nella frase c'erano poi due errori di calligrafia che lui non avrebbe mai fatto. Pure Sandro Ciotti mi disse di non credere a quella storia. Qualcuno voleva un capro espiatorio e lo trovò nella cantante sempliciotta di provincia".

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