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Fabrizio Frizzi, lo spreco di soldi della Rai sul suo programma storico: parte l'indagine

Gino Coala
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È lei che ha ideato un format, poi lo ha lasciato in un cassetto e alla fine lo ha ricomprato, con risorse pubbliche, da una società esterna, riproponendo la stessa idea e lo stesso contenuto? Sì, sono io. Leggi anche: L'ultimo regalo di Frizzi all'amico Conti: come asfalta Mediaset Se venisse intervistata da un presentatore de I soliti ignoti, Mamma Rai dovrebbe rispondere così. Ammettendo la responsabilità di avere partorito un programma innovativo - ed è una notizia nella tv pubblica - nel 1991, basato sul riconoscimento di identità grazie alla fisiognomica, di averlo tralasciato per diversi anni, e poi recuperato nel 2007, acquistandolo però da Endemol che nel frattempo lo aveva prodotto, e con successo, all' estero. Da allora il programma tv, condotto prima dal compianto Fabrizio Frizzi (dal 2007 al 2012) e poi da Amadeus (dal 2017 in poi), ha avuto un grandissimo riscontro anche in Italia in termini di ascolti. Ma con un danno alle casse pubbliche, derivante dall' acquisto da esterni. La stessa cosa che far crescere un talento di calcio nel proprio vivaio, poi venderlo a una squadra straniera e infine riprenderselo, ma pagandolo fior di quattrini. Ora è il Codacons ad aver fatto un esposto su questa pratica di produzione tv quantomeno ingenua, se non addirittura autolesionista. Rivolgendosi alla Corte dei Conti, all' Anac, all' Agcom e alla Commissione parlamentare di vigilanza Rai, l' associazione dei consumatori chiede «la verifica dell' eventuale sussistenza di responsabilità connesse alla violazione di disposizioni di legge che disciplinano la corretta gestione delle risorse pubbliche. Nello specifico viene posta in risalto la possibilità che la Rai utilizzi risorse proprie per il pagamento di format che in realtà sono di proprietà della Rai». Un esborso che, fa notare l' associazione dei consumatori, non sarebbe limitato all' acquisto dei diritti del programma, ma riguarderebbe la sua stessa produzione, sempre affidata a Endemol. Quando invece l' idea originaria, figlia di autori Rai, sarebbe stata presentata già nel 1991 da Pippo Baudo che, nel corso del programma La vela d' oro su Rai Tre, aveva illustrato le principali novità del palinsesto. Nello stesso esposto, il Codacons fa notare che anche un programma ora in onda su TV8, prodotto da Magnolia e condotto da Enrico Papi, Guess My Age - Indovina la mia età, in cui una coppia di concorrenti deve cercare di indovinare l' età di sette persone mai viste prima, «non ha nulla di diverso rispetto all' idea che la Rai aveva reso nota nel 1991». Nonostante sia stato tratto dall' omonimo format francese creato dalla Vivendi Entertainment, sarebbe in un certo senso anche lui «figlio» del vecchio progetto Rai. I soliti ignoti, dunque, come tesoro che non solo non è stato sfruttato al momento giusto, ma poi è costato soldi alla tv di Stato e ha avvantaggiato, per certi versi, perfino la concorrenza. Come dilapidare un patrimonio creativo in un colpo solo Ricordando che la Corte dei Conti ha imposto reiteratamente, alla stessa tv di Stato, la «razionalizzazione e contenimento dei costi», la «riduzione dei costi della produzione», la «riduzione dei costi di gestione» e «l' eliminazione di inefficienze e sprechi», il Codacons chiede di «essere sentito per fornire elementi di prova nonché di essere informato dell' eventuale archiviazione del presente esposto». Magari, quando verrà chiamata a testimoniare, l' associazione dei consumatori si sentirà chiedere dalla Corte dei Conti: «Siete voi che avete scoperchiato meritoriamente l' ennesimo pastrocchio Rai?». E loro risponderanno in coro: «Sì, siamo noi...». di Marcello Veneziani

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