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Che tempo che fa, Fabio Fazio e il ritorno dell'incubo: perché Gianni Morandi lo può ancora distruggere

Cristina Agostini
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Il mare con le sue onde porta misteri, amori, segreti. E a Carloforte il mare, stavolta, sembra davvero tempestoso e promette... Cosa promette lo si vedrà da domenica 21 ottobre in prima serata su Canale 5 con L' isola di Pietro 2, la fiction di Mediaset co-prodotta da Lux Vide e RTI, con Gianni Morandi nei panni di Pietro Sereni, medico pediatra con l' hobby di risolvere misteri, e Lorella Cuccarini, eccellente new entry, che molto si avvicinerà al dottore. I due tornano a formare dunque la «coppia» più amata dagli italiani. Leggi anche: Verissimo, da Silvia Toffanin inizia la guerra a Fabio Fazio e Che tempo che fa: in studio... Durante la presentazione alla stampa, il Gianni nazionale sembrava morso dalla tarantola: attivo, entusiasta, un vero mattatore. Come del resto lo è stato anche durante i cinque mesi di set: coinvolgente, allegro, con la chitarra che saltava sempre fuori. Ma veniamo a noi. Avevamo lasciato il dottor Sereni felice insieme alla sua famiglia finalmente ricompattata e ora lo ritroviamo alle prese con la sua solita corsa mattutina insieme al cane Mirto. La felicità, spesso, ha la durata di un battito di ali e Pietro dovrà fare i conti con questa realtà. Il suo ottimismo e la sua carica, tuttavia, lo aiuteranno a non arrendersi mai. Anche stavolta. Le aspettative attorno a questa seconda stagione sono altissime, visti gli ottimi ascolti registrati lo scorso anno: «L' Isola di Pietro è uno dei grandi eventi di Canale 5», sottolinea il direttore di rete Giancarlo Scheri, che spera di risollevare le sorti delle fiction di casa. «Abbiamo alzato l' asticella», dichiara Matilde Bernabei di Lux Vide, «e ora speriamo di portare anche all' estero questa produzione». Al personaggio di Morandi è stato dato un compito davvero importante e difficile: quello del capitano, del «tramite tra le varie generazioni», aggiunge Umberto Gnoli, che si è occupato della sceneggiatura; già, perché accanto al «giallo, ci sono la forza, l' iper connettività generazionale». «È stato fatto un lavoro molto intenso, iniziato ben prima del 14 maggio, quando ci siamo trovati sul set, per formare il cast. Sono seicento minuti di fiction, le prime tre puntate sono pronte, le altre tre devono ancora essere lavorate, d' altra parte abbiamo finito di registrare solo sabato scorso», confessa il cantante di Monghidoro, la «faccia bella segnata» che lo «fa sembrare più credibile» come attore, entusiasta della sua squadra: «A parte i quattro o cinque dell' Ave Maria dell' anno scorso, gli ingressi sono formidabili. Si pensi a Ettore Bassi, ad Elisabetta Canalis. E poi è interessante vedere Lorella in un ruolo drammatico. Me la vedo sempre che canta, balla, conduce sorridente». E la Cuccarini: «Qui la responsabilità è molto diversa rispetto all' intrattenimento, sei vincente se fai dimenticare chi sei nella vita. Devi far vivere il tuo personaggio e mettergli addosso tutti i suoi colori. Al centro di questa fiction ci sono i giovani, ci sono tematiche importanti e forti, messaggi e chiavi di lettura incisive, positive. È stato molto bello farne parte». E mentre si discute su una possibile terza stagione, si fa largo un sogno: un varietà con Morandi e Cuccarini. «Magari», sospirano i diretti interessati. Magari, aggiungiamo noi. di Silvia Tironi

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