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Chiara Ferragni, folla fuori controllo per la visita in Calabria: "Era pericoloso, sono stata spintonata"

Gino Coala
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Chiara Ferragni ha rischiato grosso durante la sua visita in Calabria per un impegno di lavoro e con lei le decine di fan che si sono accalcati a caccia di un selfie e un autografo. La influencer è stata duramente attaccata sui social da una donna che le ha rimproverato di non essersi fermata, nonostante ci fossero tanti fan ad aspettarla, anche molto giovani. "Vegogna! Sei una vergogna - le ha scritto la donna - Non dovevi fare la foto con tutti ma con un minimo di umiltà nel salutare i tuoi fans che hanno atteso ora sotto la pioggia per un tuo saluto! Vergogna! Preferisco non seguirti più, tanto hai followers più importanti dei calabresi". Leggi anche: Ferragni, schiaffo alla miseria: il fan che spende 5700 euro per un caffè con lei La situazione però sarebbe stata ben più complicata di quanto non avesse denunciato la donna. È la stessa Ferragni a spiegare quanto fosse diventato pericoloso restare là, dopo che era stata già spintonata: "“Eravate in oltre cento persone e, dopo il ristorante, nonostante stessi lavorando ed il gruppo stesse aspettando me per procedere con la visita, sono venuta a salutarvi. Ho cominciato a fare alcune foto e subito dopo sono stata spintonata da persone spinte dalla frenesia generale. In queste situazioni in cui ci sono troppe persone che si spingono è un attimo che qualcuno si faccia male. Non c'era sicurezza ed era una situazione pericolosa per tutti. Sono così stata caricata in macchina verso il campo. Luogo che era una location privata in cui dovevamo fare una visita di lavoro. Anche lì si sono raccolti in pochi minuti centinaia di persone. Pioveva, stavo lavorando, e non potevo venire a fare foto con oltre cento persone in una situazione pericolosa quanto la precedente. Ho più volte salutato e mi spiace non aver potuto fare di più. Chiunque mi abbia mai vista in giro sa benissimo che mi fermo super volentieri con chiunque voglia una foto o salutarmi, ma questa era una situazione in le persone erano troppe e mi era impossibile accontentare tutti senza rischiare di creare il caos”

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