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Sanremo 2020, il segreto svelato di Amadeus: non solo palco, da quando aveva 17 anni...

Davide Locano
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Buongiorno, io sono Super, sono il cavallo di Amadeus e sono morto perché ero vecchio. Ma questo non mi impedisce di raccontarvi delle cose, perché dato che sono un cavallo ho sempre qualche potere. Per esempio che Amadeus, dico quello di Sanremo, non mi ha dimenticato, mi nomina ancora quando parla della sua predilezione per la mia specie. Amadeus ci somiglia anche fisicamente, credo per osmosi, perché tutta la sua famiglia - nonno, papà Corrado Sebastiani che è istruttore federale, mamma Antonella e pure il fratello - ha a che fare con noi: possiedono e dirigono un centro di equitazione a Verona, il "Nuovo circolo ippico scaligero". Lui ha cavalcato fino ai 17 anni, poi gli è preso di fare il deejay e un anno via l' altro, dalla radio alle televisione, è diventato quel che sapete tutti. Poi a quarant' anni gli è tornata voglia e ha preso a cavalcare all' americana, come fanno i cowboy, con cavalli possenti e veloci, con il cappello e le braghe di cuoio. Leggi anche: Sanremo 2020, l'invettiva di MIchela Murgia contro il Festival EQUINI E UMANI Adesso, dice, è qualche anno che, per la solita questione di tempo, non ci frequenta molto di persona. Ma io so che tornerà, la relazione fra uomo e cavallo è un elastico che non si rompe mai. Dicevo prima, appunto, che Amadeus ci somiglia: è un umano lungo ed eretto, ha lo sguardo dettagliato del daltonico (lui è daltonico davvero, ma anche noi cavalli vediamo i colori che ci pare), il nasone e anche un leggero prolasso dentale, è equinamente ostinato (se devi organizzare Sanremo e non sei ostinato) e anche naturalmente gregario. Ci vuole intelligenza a essere gregari. Noi cavalli, per esempio siamo gregari fra noi ma, vi dò una notizia, non con gli umani. Con loro, essendo alieni alle baruffe, cerchiano di metterci d' accordo, e gli umani a un certo punto capiscono che conviene anche a loro fare altrettanto, un po' come succede con i gatti. Con la differenza che gli umani non cercano di montare sui gatti: con noi è una trattativa più complicata, si deve finire con il somigliarsi, una simbiosi che si accende dalla scintilla di due intelligenze che firmano un contratto. Voi tendete a dimenticarvene, ma in fondo mentre ci cavalcate siamo noi che portiamo voi, stabilire chi comanda non è banale. Vedete, chi non ha a che fare con i cavalli non capisce che i cavalli non sono mansueti, sono pensierosi. Somigliano ai gatti, ma questo l' ho già detto, con la differenza che uno di noi pesa almeno quattrocento chili ed è tutto muscoli, serve attenzione perché nessuno si faccia male. Tornando ad Amadeus, comunque, è un buon umano da tiro, un conducente di passo, e secondo la ragione equina è un buon umano in sé perché ha capito che per far funzionare le cose bisogna che il capobranco sia quello più adatto. Tipo Fiorello. Ha avuto la saggezza di mettere davanti quello che va più forte, e intanto con il suo nitrito baritonale chiamare e riordinare i maschi e le femmine del branco di Sanremo. E gratificarli quando si è trattato di farli correre. LIBRI DA MANGIARE So che Amadeus non ha molti estimatori nei salotti e fra quelli che leggono i libri e sanno le cose del mondo, Ias Gawronski e Tommaso La Branca ne hanno fatto (gratuitamente) ritratti impietosi: secondo loro Amadeus è una spremitura di mediocrità popolare, il perfetto commensale incapace di mettersi di traverso, "il compagno di banco di cui ci si accorge solo a metà anno scolastico e solo perché ha messo un maglione con le renne", ha scritto il secondo di questi. Ma io, che essendo non un umano, ma un cavallo, per cui i libri mi piacciono perché si mangiano e credo solo a qual posso vedere da me, capisco gli uomini: si devono nascondere dietro altri uomini, e a volte salirci sopra, calpestando le loro caratteristiche, badate bene, non qualità o difetti, ma proprio caratteristiche. Noi cavalli conosciamo questa differenza ed è per questo che siamo così accomodanti con loro, ma gli umani con i loro simili, no. D' altra parte, anche fra di noi si bega per motivi futili, un prato, una femmina. Negli ippodromi hanno gareggiato vari cavalli che si chiamano Amadeus, c' è un concorso di volteggio a Salisburgo, il Mevisto Amadeus Horse indoor, ed esiste anche un cavallo Amadeus giocattolo, con il mantello di peluche e le ruote sono i piedi, per i bambini. Non sottovalutate un uomo che ha imparato dagli equini. Vi poterà sembrare un po' paraculo, ma Amadeus dà il meglio quando deve fare con quel che c' è nel frigo, e il festival di quest' anno è stato per lo più un piatto fatto con gli avanzi, nuovi che imitano vecchi (le solite canzoni d' amore, il revival in vari condimenti del #Metoo, il glam di Achille Lauro spizzicato qua e là da Renato Zero e David Bowie), le reunion di coppie e quartetti in anni azzurri. Pensateci: noi cavalli siamo pesantissimi, abbiamo gli zoccoli eppure riusciamo a nuotare benino, e quando ho visto Amadeus galleggiare fino alla riva di sabato sera, mi è scesa una lacrima di orgoglio, come ne fossi stato anche io un mezzo papà. di Costanza Cavalli

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