Cerca
Logo
Cerca
+

Sanremo 2021, la Rai vittima del diktat di Franceschini: senza pubblico lo share paga dazio

Fiorello e Amadeus

Fabrizio Biasin
  • a
  • a
  • a

Partiamo da un presupposto che è anche una patetica domanda retorica: si poteva fare di meglio? Certamente sì, bastava invitare Ricky Gervais, dargli 3 o 400 mila euro, convincerlo a costruire mezz’ora di monologo sulle cose italiane tipo “pizza & mandolino” e stop, la prima serata di Sanremo avrebbe raddoppiato gli 8,4 milioni di spettatori scarsi (46,6% di share) che, invece, ha amaramente realizzato nella serata inaugurale della 71esima edizione del bla bla bla. 

Trattasi in definitiva di uno dei peggiori esordi dell’ultima era geologica e fa niente se le maestranze Rai spargono ottimismo (“è andato bene tra i giovanissimi! Benissimo sui social! Siamo contenti!”) perché non è vero, non sono contenti. 

 

 

Ci si aspettava di più, in particolare nell’anno della gente costretta a casa dal coprifuoco, ma il dato di fatto è che uno show, per reggere cinque ore di diretta, ha bisogno di tante cose ma di una sopra tutte le altre: il pubblico, persino quello incartapecorito del Festival. E allora per una volta non temporeggiamo, ce ne fottiamo di come è andata la seconda serata (non possiamo saperlo) e sentenziamo: signori, avete toppato clamorosamente

Stiamo per caso parlando di Amadeus e Fiorello? Giammai! Se c’è qualcuno che si merita la scialuppa di salvataggio sono proprio i due “reggenti” della kermesse: si sono dati da fare, hanno improvvisato, ce l’hanno messa tutta per colmare i tempi morti, i silenzi, i vuoti inevitabilmente creati dalla sala color cremisi e abbandonata in puro stile Overlook Hotel (quello di “Shining”). Gli applausi registrati? Inevitabili e però agghiaccianti, perché rimandano a certe sit-com Anni 80 che, appunto, sono rimaste lì, negli Anni 80. 

 

 

E quindi no, bravi Amedeo e Rosario, ché se al posto loro ci fosse stato chiunque altro ora probabilmente parleremmo di disfatta totale, di Caporetto della canzonetta, di numeri ben peggiori rispetto a quelli che abbiamo amaramente archiviato. 

E allora? Di chi è la colpa? Certamente di chi questo Festival non lo ha difeso, di chi si è inchinato al diktat governativo del “o niente pubblico, o niente Sanremo”. Il ministro Dario Franceschini disse così a suo tempo, la Rai si inchinò, la frittata fu servita. Bisognava difendere il fortino, insistere per il pubblico di figuranti o quello dei vaccinati, bisognava fare di più per non lasciare quei due poveri cristi con la responsabilità di mandare avanti il carrozzone più complicato e prezioso della televisione italiana. E invece no, Mammissima Rai si è arresa presto e senza condizioni, al punto da aver accettato e sottoscritto protocolli di sicurezza in puro stile Cia che - per carità - sono giusti e necessari, ma solo se non finiscono per rasentare il grottesco e vengono innaffiati da litrate di ipocrisia (sul palco bisogna consegnare i fiori col carrello perché è pericolosissimo, poi però a luci spente s’abbracciamo tutti quanti in libertà. Bah). 

 

 

La Rai, chi di dovere, aveva la missione non di andare contro la legge, ma di insistere per rendere la vita più facile alle due vittime predestinate. Giammai, è andato tutto alla rovescia, ha vinto la linea Franceschini, quella di chi pochissimo ha fatto per il mondo dello spettacolo e per questo motivo ha scelto di non concedere nulla anche a Sanremo. Il tipico ragionamento del “mal comune, mezzo gaudio”. Anzi, niente gaudio, ma così magari i teatranti e quelli dei cinema non vengono a prenderci con i forconi, in fondo li abbiamo trattati tutti alla stessa maniera (ovvero malissimo).

E allora ripartiamo da Fiorello che in sala stampa si commuove perché pensa a sua figlia che sta perdendo l’adolescenza e “la possibilità di incrociare lo sguardo di quello che le piace della Terza C”. Non lo avevamo mai visto così: evidentemente ha i nervi a fior di pelle e, francamente, lo capiamo benissimo.  Serve un miracolo, bisogna trovare un senso a questo Festival, solo che questo Festival un senso non ce l’ha. E sapete perché? Gliel’hanno tolto in partenza.

Dai blog