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Maneskin, "l'unica loro cosa che conosco": chi demolisce Damiano e la sua band, un grosso caso (italiano)

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Ludovico Einaudi è in giro per presentare l'ultimo album, in uscita per Decca, ed è pronto per una nuova tournée che parte da Alba il 5 e 6 febbraio per poi toccare, tra le prime date, Firenze e Roma. Il titolo del disco è Underwater e sono 12 tracce di piano solo, "forme brevi, quasi canzoni, scritte di getto", spiega in una intervista alla Stampa. "Avevo appena finito un lungo tour in Asia e in Australia e stavo passando una vacanza con la mia famiglia in montagna. Siamo rimasti isolati, per il mio album precedente mi ero creato un autolockdown, fatto di passeggiate e del desiderio di scomparire nella tormenta", ricorda il pianista.

 

 

"La musica contiene nel Dna un certo distacco dalla terra, nonostante si nutra di sentimenti molto umani. Vola in alto. O, se preferisce, sott' acqua. Ho una natura abbastanza astratta, ma mi sono conquistato lo stesso un posto nel mondo, che sento di condividere con molta altra gente". Einaudi parla anche del momento d'oro della musica italiana che vede al vertice delle classifiche internazionali lo stesso Einaudi per la classica e i Måneskin nel rock, che però lo stesso pianista non apprezza poi molto.

 

 

"Apprezzo la professionalità e la presenza scenica dei Maneskin, ma temo di conoscere, del loro lavoro, soltanto le cover. Mi pare che si rapportino a uno stile molto codificato, che insomma non si applichino alle novità. Io, invece, mi concentro su una scrittura originale, che tende a rinnovarsi continuamente. Non mi piacciono i brani connotati con un numero e basta, e del resto anche Beethoven, quando poteva, aggiungeva alle sue sonate dei titoli veri e propri: guarda caso, sono quelle che si ricordano di più", conclude Einaudi.

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