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Sanremo 2022, il cardinale Ravasi contro Achille Lauro: "Il battesimo la cosa più preziosa". FdI: "Vergogna pagata col canone"

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Sotto a chi tocca con la polemica. E così dopo Ornella Muti, nel mirino ci finisce Achille Lauro. Stiamo ovviamente parlando del Festival di Sanremo 2022, aperto proprio da Lauro con la canzone Domenica: sul palco dell'Ariston a petto nudo, ecco che nelle battute finali dell'esibizione Lauro De Marinis, questo il vero nome dell'artista, si è auto-battezzato.

 

 

Apriti cielo. Ad intuire che sarebbe scoppiato un putiferio, per primo, era stato Fiorello, che nel corso del suo irresistibile show aveva affermato: "Chissà cosa dirà l'Osservatore romano della sua performance". Già, quell'acqua fatta cadere sul volto dalla conchiglietta fa discutere. Ecco infatti che apre il fuoco, in mattinata, il cardinale Gianfranco Ravasi, il tutto in una serie di tweet pesantissimi: "II Battesimo è il più bello e magnifico dei doni di Dio. Lo chiamiamo dono, grazia, unzione, illuminazione, veste d'immortalità, lavacro di rigenerazione, sigillo, e tutto ciò che vi è di più prezioso". Insomma, il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura non cita direttamente Achille Lauro, ma ogni riferimento non è affatto casuale. Da par sua, Ravasi si schiera con Massimo Ranieri, rilanciando una strofa della sua canzone: "Questo mare troppo grande per non tremare", cinguetta Ravasi.

 

 

Ma contro Achille Lauro si scaglia anche Lucio Malan, senatore di Fratelli d'Italia. Gli affondi, va da sé, viaggiano sempre su Twitter: "Achille Lauro profana il sacramento del battesimo mentre il coro gospel canta AlleluXX. Ma che bravo! Quelli che chiedono il rispetto e la tolleranza. Pagato con il canone! Vergogna!", si scatena Malan. E risuonano nell'aria le parole di monsignor Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-Sanremo, che prima dell'inizio del Festival aveva richiamato Amadeus e la Rai alla "responsabilità". Forse, l'auto-battesimo di Achille Lauro non è piaciuto neppure a lui. Non è la prima volta che De Marinis finisce nel mirino per quanto fatto a Sanremo: fece polemica anche uno dei suoi "quadri", definito "una sconcezza dal vescovo Suetta. L'accusa era sempre la stessa: offese al mondo cattolico e blasfemia. Achille Lauro, infatti, si era presentato sul palco dell'Ariston con una corona di spine. E fu subito caos...

 

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