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Il Baffo da Crema confessa, come ha truffato gli italiani con le televendite: "Il grande Severgnini..."

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Tra anni 80 e 90 Roberto Da Crema, meglio noto come Il Baffo, è stato uno dei protagonisti indiscussi della tv commerciale italiana, a livello locale prima e nazionale poi. Il re delle televendite urlate, del marketing televisivo diventato iperbole e mitologia. La sua voce baritonale, le pause "asmatiche", gli occhi spiritati, il fiato che sembra finire e che invece non finisce mai. 

Al Corriere della Sera il "Maradona delle televendite" ha raccontato come campa oggi e qualcuna delle sue più grandi imprese. Una su tutte l'aver venduto i "Watch" cinesi, imitazione dei più famosi e modaioli Swatch, a pacchi di 7 per 99mila lire. Li comprarono, per dire, anche alcuni vip.

 



Oggi il Baffo vive per 6 mesi l'anno a Lampedusa, dedicandosi alla sua vera passione, la pesca. "I Watch che scimmiottavano gli Swatch: un milione e 750mila pezzi. Li comprarono pure Ezio Greggio e Loredana Bertè, che da me ordinava le pentole - ricorda -. Sandra Mondaini e Raimondo Vianello presero i giubbotti in ecopelle con la striscia di lana al centro per i loro filippini».

 

 

 

Ha mandato "in crisi", si fa per dire, un colosso come la Phillips che lo aveva chiamato per svuotargli i magazzini ( "Una bistecchiera elettrica, un tritacarne, lo spremiagrumi. Io noto in un angolino il coltello elettrico, una roba che in Italia ne vendi mille pezzi l'anno se va bene, loro avevano in quantità esagerata. Rovesciai la promozione: se voi comprate tutti e cinque gli elettrodomestici che potete trovare ovunque, vi arriva a casa questo coltello elettrico che avete sempre sognato! Ho venduto 80mila confezioni: la Phillips non ne aveva abbastanza"), ha fatto impazzire i telespettatori proponendo in diretta l'acquisto dell'Aeroporto di Linate (era uno scherzo, ma gli avevano creduto), ha battuto Mike Bongiorno in televendite ("Per non dirlo in giro mi diedero un pacchetto di 12 televendite in una bella fascia, che valeva 400 milioni di vecchie lire"). E ha pure inventato di sana pianta un brand: "Mi avevano dato uno stock di camicie di cotone. Le vendetti dicendo che erano della grande sartoria artigianale Severgnini. Mai esistita. Un successo".

 

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