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Pio e Amedeo "i comici della Meloni": a cosa si è ridotta la sinistra

Hoara Borselli
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Pio e Amedeo sono tornati. E lo hanno fatto nel momento migliore. Per due ore la loro comicità dissacrante ci ha fatto scrollare di dosso la pesantezza di un periodo che di divertente ci ha regalato poco. Lo hanno fatto con la loro ironia, schiettezza, quella tamarraggine che è la cifra dei due personaggi, "Bufalone" e "Messicano". Un viaggio all'insegna dello scrocco dove, zoccoli ai pedi, borsello a tracolla e t-shirt con logo a vista, palesemente taroccata, incontrano personaggi famosi da cui si fanno pagare cene, pernottamenti negli hotel più lussuosi, si fanno invitare alle feste più glamour e spesso si fanno dare soldi, parecchi soldi. Volutamente grezzi, rozzi e volgari. Quell'accento foggiano esasperato e i riferimenti sessuali che non risparmiano ad ogni figura che possa anche solo lontanamente avvicinarsi ad un essere femminile.

È tutto troppo per essere tollerato dai moralisti tristi, quei radical chic che pensano che l'ironia sia roba da ignoranti, quelli che se non ti presenti con il golfino di cachemire sulle spalle sei uno sfigato, quelli che sono talmente accecati dalla loro prosopopea da non aver capito nulla dello spaccato che il duo comico ha portato in scena. Bisogna essere fortemente limitati per non capire che lo scopo di Emigratis è quello di offrire spunti di riflessione che non solo un tavolo nei talk show rende necessariamente più credibili.
E di tematiche serie Pio e Amedeo ne hanno toccate tante durante la prima serata: ecosostenibilità, cambiamenti climatici, razzismo, caro energia, molestie, guerre.

 


Non è ciò di cui si sente parlare ogni sera in tv? Nessuno si è accorto che molto spesso a dibattere ci sono più comici in giacca e cravatta che non Bufalone e Messicano? Almeno i due foggiani usano l'ironia, consapevoli di voler strappare una risata. Gli intellettualoni da salotto usano la serietà inconsapevoli di farci talvolta ridere ugualmente.

IN TENDENZA - Una delle cose che non è stata perdonata a Pio e Amedeo dagli utenti inferociti che hanno fatto schizzare il duo comico in tendenza su Twitter già alle nove di mattina, è stato l'aver toccato il reddito di cittadinanza. Parlate di tutto, di guerra, clima, tette e culi ma non toccateci il sacro reddito. Eccheccazzo ora pure loro! Già c'è la Meloni che ce lo vuole togliere e ora arrivano questi burini che ci mettono il carico? Sfiga vuole che durante una passeggiata a Dubai, nel bel mezzo dello show, i due hanno incrociato un parlamentare dei 5Stelle. Inizia uno spaccato esilarante tra Pio e Amedeo che lo supplicavano di difendere il reddito, garantendogli così di non dover più lavorare in vita loro, e il povero grillino che diceva «tranquilli non lo togliamo, ma anche il lavoro è importante». «Ma quale lavoro? Noi non vogliamo più fare un cazzo! Ci date settecentottanta euro al mese e ce ne stiamo piazzati con il culo sul divano». Sacrilegio! Come si permettono a sperculare questa misura miracolosa, hanno scritto i percettori?
Ma quale sperculare? Questi hanno detto una sacrosanta verità. Non è forse vero che il reddito piazza ventenni con le terga sul divano? E allora finitela di fare i moralisti. Volete fare i parassiti? Almeno non risentitevi se qualcuno ve lo fa notare. Anche un tema serio come la guerra, il duo foggiano, ci ha detto che può essere trattato in uno spettacolo comico senza per questo venire sminuito o ridicolizzato. I soliti moralisti scandalizzati hanno ribadito che è un tema troppo importante per stare sulla bocca di due truci in ciabatte. Come si sono permessi! Abominio. Peccato che Pio e Amedeo biascicando patatine durante uno spettacolo di Roberto Bolle, vedendo sventolare i cartelli che riportavano la scritta "Pace" fra applausi scroscianti, si sono lasciati andare ad un battuta che fa riflettere più di quanto non abbiano fatto fino ad oggi i radical da salotto: «Adesso tutti con il no alla guerra perché bussa anche da noi. Quando le guerre sono in Africa non ce ne frega niente. Quanta ipocrisia».

 

ROBA DA FASCISTI - Le critiche e le polemiche che Pio e Amedeo si portano dietro da sempre, sono frutto di quel retaggio culturale che vede nel politicamente corretto il verbo assoluto. Del resto si sa, capire l'ironia è un affare serio, non è roba da tutti. Ci dicono che chi ride dei loro show è sicuramente chi ha votato per il centrodestra, che la loro comicità è roba da fascisti. Ora se sia o meno da fascisti non lo so, di sicuro chi ha sorriso guardandolo, ha mostrato di avere tutti i neuroni necessari per comprendere i messaggi che hanno lanciato i due comici. Del resto come dicono loro «non contano le parole ma le intenzioni». Noi di destra le loro intenzioni le abbiamo comprese benissimo. Sarà per questo che ci piacciono così tanto? 

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