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Non è l'Arena, il retroscena-bomba sulla chiusura: "Insostenibile"

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Le motivazioni dietro la chiusura improvvisa di Non è l'Arena rimangono un mistero. La7 non ha voluto sbilanciarsi, mentre Massimo Giletti si è limitato a dire di essere dispiaciuto per chi ha lavorato con lui e che ora si trova a casa. A voler fare chiarezza sull'accaduto è Enrico Mentana. Il direttore del TgLa7 ha annunciato uno speciale, per domenica, sulla vicenda. Eppure in queste ore circola un'altra spiegazione sul caso. A fornirla Il Foglio. "Massimo Giletti faceva perdere una barca di soldi a Urbano Cairo", esordisce Salvatore Merlo.

 

 

Secondo quanto riferito dal giornalista, infatti, la situazione "si era fatta addirittura insostenibile". Complice una raccolta pubblicitaria ai minimi storici e un passivo di "circa 150mila euro" per ogni puntata. Cairo, descritto come "uno che a La7 riesce a tagliare i costi persino delle colazioni al mattino", avrebbe così deciso di mettere mano alla trasmissione. Non resta dunque che attendere lo speciale di Mentana. "Sul caso Giletti - ha detto - continuo a pensare che queste crisi si superano solo con la chiarezza. So che Giletti non informò l’editore Cairo né della foto fantasma fattagli intravedere da Baiardo, né della conseguente convocazione dai pm fiorentini. È nelle prerogative di un editore sospendere un programma, ma forse Urbano Cairo non poteva immaginare che sarebbero poi emersi tutti questi elementi, che rischiano di dare allo stop di Non è l’Arena un segno diverso".

 

 

Mentana ha riferito che "Giletti è ancora sotto contratto, e la domenica resta libera. E allora per domenica prossima stiamo pensando a una trasmissione che affronti tutte le questioni più scottanti emersi attorno a questa vicenda, adeguata testimonianza del fatto che da noi non si nasconde nulla, soprattutto quando si parla di mafia. E chissà che poi...". Insomma, l'auspicio è che si possa trovare un punto di incontro.

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