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Fabio Fazio, veleno puro: "Potenza di fuoco, ora parlo io"

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Fabio Fazio sul settimanale Oggi rompe il silenzio sul suo addio alla Rai. Il conduttore di Che tempo che fa ha voluto mettere in chiaro alcune cose prima di dire addio definitivamente al pubblico del servizio pubblico per approdare a Discovery su canale Nove. Nella rubrica "Senza Impegno", Fazio fa (come se ce ne fosse ancora il bisogno) il punto della situazione: "Nessun vittimismo e nessun martirologio: detesto entrambe le forme di autocommiserazione. Non è proprio il caso. Semplicemente è andata così: continuerò il mio lavoro altrove e come ogni inizio sarà un’opportunità per inventare cose nuove e nel tempo tentare nuove strade".

E ancora: "La politica tutta si sente legittimata dal risultato elettorale a comportarsi da proprietaria nei confronti della cosa pubblica con pochi riguardi per il bene comune e con una strabordante ingordigia. E non solo per quel che riguarda la televisione". Infine lo sfogo da "vittima" (questo perché non voleva staccare il biglietto del vittimismo): "Negli anni scorsi ho sperimentato sulla mia pelle che cosa vuol dire essere adoperato come terreno di scontro senza alcuna possibilità di difesa se non quella dei risultati del proprio lavoro. Anche se servono a poco o a niente, soverchiati come sono dalla potenza di fuoco che ti viene scaricata addosso.

 

La sensazione di essere merce pericolosa e non una risorsa della propria azienda non è gradevole. Il mio lavoro consiste nel fare televisione e non nel cercare un faticoso equilibrio con questo o quell’esponente politico a cui chiedere aiuto. Per fortuna non frequento nessuno e incontro Ministri ed esponenti di partito esclusivamente nello spazio pubblico della trasmissione che conduco. L’essere un irriducibile provinciale è sempre stata una salvezza".

 

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