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Fabio Fazio, il "segreto" di Che tempo che fa: prima di lasciare tutto...

Claudio Brigliadori
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Manca una puntata al commiato di Fabio Fazio a Rai 3 e alla Rai. Il suo futuro (a Discovery, profumatamente pagato) è già segnato ma si tratta di scrivere la parola fine all’avventura ventennale di Che tempo che fa. Un lungo addio che al netto delle polemiche politiche si celebra a suon di record di ascolti, e non è un caso. La bufera fa bene, almeno da questo punto di vista: CTCF vince la serata con 2.593.000 telespettatori e il 13,5% di share davanti al film Qui rido io su Rai 1 (1.660.000 telespettatori e 10,2%) e alla miniserie Ridatemi mia moglie su Canale 5 (1.506.000 telespettatori e il 9,9%).

Qualcuno userà questi dati per contestare la scelta della Rai di non rinnovare il contratto all’Abatino. Altri, legittimamente, potranno far notare che forse è proprio l’effetto “arrivederci” a spingere queste ultime ore di Fabietto in onda sulla tv pubblica. E il canovaccio della penultima puntata in parte lo conferma: una serie di sketch più o meno riusciti sulla sua cacciata. C’è l’amico Giuliano Sangiorgi dei Negramaro che quasi piange in diretta («Mi mancheranno tutti questi fogli»), manco il conduttore fosse dipartito. C’è Nino Frassica che alla domanda sul futuro di Spalletti la butta lì sornione: «Va alla Nove».

 

E giustamente ridono tutti, con un filino di imbarazzo. E poi lei, Luciana Littizzetto, che saluta tutti tra gli ammiccamenti al trasloco con il sodale («Ci portiamo anche Filippa Lagerback?») e le solite manfrine: «Hai visto che la Meloni è andata dal Papa. Tutti e due vestiti in bianco total white. Infatti il Papa le ha detto “ma ci siamo vestiti uguali”. Non è che vogliono mandare via anche il Papa? Vogliono far fare l’Angelus a Nicola Porro?». Niente da fare: parlarsi addosso (e fare un po’ le vittime) spesso funziona. 

 

 

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