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Morte Francesco Nuti, l'inizio della fine: quel flop che gli ha rovinato la vita

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Addio a Francesco Nuti: se ne è andato ieri, lunedì 12 maggio. Un attore unico. E sfortunato. Prima i problemi con l'alcol, poi la caduta in casa e gli ultimi drammatici anni. Nato a Prato nel 1955, l'impareggiabile e malinconico attore toscano era in sedia a rotelle dal 3 settembre 2006, il giorno della rovinosa caduta in casa che lo avrebbe lasciato senza gambe.

Francesco Nuti insomma ha vissute due vite: la prima fatta di successo e fortune, la seconda invece maledetta e caratterizzata dal massimo della sfortuna. Gli anni più intensi furono quelli a cavallo tra gli '80 e i '90, l'arrivo a Roma, il legame con Massimo Troisi ed Alessandro Haber. Poi Giovanni Veronesi, che da quando Francesco non è più stato autonomo ne ha mantenuto vivo il ricordo con tenacia e amore. 

Nella sua filmografia ci sono capolavori come Tutta colpa del Paradiso e Caruso Pascosku (di padre polacco), probabilmente il suo film più iconico. Molte donne, fino al legame definitivo con Anna Maria Malpiero, madre della sua unica figlia, Ginevra, che da quando è maggiorenne è tutrice legale del padre. 

 

Poi il buio, che lo ha sopraffatto lentamente. Roberto Benigni di lui disse: "Era generosissimo, la sperperava, era uno scialo". Quindi il film che è stato uno spartiacque, in negativo: Occhiopinocchio, pellicola costosa e ambiziosa che, nel 1994, si rivelò un flop e coincise con l'inizio della fine. L'alcolismo, la depressione, il tentato suicidio, quei drammatici incontri con la stampa in cui Francesco Nuti, disperato, chiedeva un impiego. "Era entrato in quella bolla senza gravità che è l'alcol - racconta proprio Veronesi a La Stampa -. Gli sono stato dietro per 3 o 4 anni, cercando di aiutarlo, poi ho capito che stavo buttando via anche la mia vita. Abbiamo litigato e non abbiamo più lavorato insieme", conclude.

 

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