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De Giovanni choc in tv: "Correlazione tra lo stupro e il libro di Vannacci"

Daniela Mastromattei
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Ma come si può paragonare il caso Vannacci allo stupro di Palermo? Assurdo, impensabile. Eppure lo scrittore Maurizio De Giovanni lo ha fatto. E parla addirittura di una «forte correlazione» nel programma serale “In Onda” su La7. Nella puntata di mercoledì sera, in collegamento con i conduttori Marianna Aprile e Luca Telese, lo scrittore inizia criticando quanto afferma il generale dell’Esercito nel suo libro “Il mondo al contrario” definendo le «teorie» del militare «farneticazioni» che «non hanno alcun senso».

Poi, spiega, che «avere una manifestazione scritta con così ampia diffusione fa sì che molta gente si senta legittimata a dirsi d’accordo, a esprimere la propria adesione totale a queste idee, secondo me è una deriva pericolosissima. Raccogliere questo consenso esplicito contribuisce alla formazione di una mentalità condivisa e una cosa è che sia sotto traccia e una cosa è che trovi adesione. Non credo che ci sia così tanta distanza tra la manifestazione di queste idee ed eventi come lo stupro di Palermo. Io vedo una correlazione purtroppo forte tra queste due cose». Ma stiamo scherzando?

 

 


I ragazzi (delinquenti, barbari, bestie) che a Palermo hanno violentato la povera ragazza sono degli ignoranti che non conoscono neanche l’esistenza di Roberto Vannacci. Figuriamoci se hanno letto il suo libro. (Ma forse nemmeno De Giovanni deve averlo letto, visto il paragone che si permette di fare). Figuriamoci se dietro allo strupro c’era un’ideologia. Quel branco che si sentiva forte davanti alla ragazza, adesso in prigione però ha paura e piagnucola con l’avvocato perché sia trasferito in un altro istituto penitenziario. Magari in un albergo a cinque stelle con piscina...

 

 

 

 

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