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Prima della Scala, rivolta dopo l'urlo: "Ecco chi vota per il Pd"

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La prima della Scala è stato un trionfo. Il Don Carlo ha incantato tutto il teatro ed è stato seguito da milioni di telespettatori in tutta Italia e nel mondo. Ma di fatto c'è chi ha cercato di politicizzare anche questo appuntamento che segna l'apertura della stagione del teatro alla Scala. Una frase al termine dell'esecuzione dell'inno di Mameli ha cerato non poche polemiche: "Viva l'Italia antifascista", ha urlato qualcuno dal loggione. Un gesto per cercare di politicizzare anche questo appuntamento culturale. E così la sinistra ha subito cavalcato l'urlo della discordia nel silenzio del teatro.

Ma sui social è scoppiato un vero e proprio dibattito sull'opportunità di quella frase urlata nella cornice di un evento così importante che poco ha a che fare con la politica. E c'è chi punta il dito contro il Pd che già nelle ore precedenti alla prima con il balletto dei posti sul palco d'onore (con proteste e retromarce del sindaco Sala) ha acceso e non poco l'attesa di quello che è stato poi solo un grandissimo e bellissimo spettacolo. "Ma di cosa vi stupite, è corretto che gridino questo alla prima della Scala! Chi pensate che voti ancora il Pd, la classe operaia o i ricchi benestanti del Pd", tuona un utente sui social". Poi c'è chi infierisce sui dem: "Ecco l'ultimo disastro, cavalcare l'urlo alla Scala". Insomma una vera e propria Caporetto per chi ha cercato, in modo maldestro, di dare una connotazione politica a un Don Carlo che è stato applaudito a lungo dal pubblico e che resta fuori, per fortuna, dai veleni dei compagni. 

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