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Leonardo Pieraccioni smonta il politicamente corretto: "Che scena volevano tagliare. E io..."

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Il politicamente corretto, una piaga dei tempi che corrono? Ci sono anche alcuni "insospettabili" che la pensano proprio così. Per esempio Leonardo Pieraccioni, che ci confessa in un'intervista al Corriere della Sera, in cui presenta il suo nuovo film "on the road" in uscita, dal titolo Pare parecchio Parigi, una pellicola con cui abbandona la commedia, un film certo che strappa un sorriso ma dai contorni drammatici. Un cambio di linea, insomma.

Come mai questa sterzata? "Il pubblico si è disaffezionato. La finestra per vederli si è accorciata, dopo tre mesi li hai comodo in casa, i film comici sono quelli che ne soffrono di più, perché si pensa che i supereroi o le inondazioni rendano di più sul grande schermo. Ma anche una risata da solo o tra 500 persone è un’altra cosa", risponde Pieraccioni.

Ne segue domanda precisa: dietro al cambio di rotta c'è il fatto che, oggi, la commedia deve per forza tener conto del politically correct? "È diventata una cosa folcloristica. Il montatore pensava di tagliare la scena dello scappellotto a una sorella. Gli ho spiegato che lo scappellotto li unisce, e lei ne ride", risponde Pieraccioni, mettendo in chiaro con poche parole come la pensa.

 

Il film in uscita è una storia sui rimpianti, su tutto quello che una famiglia non è mai riuscita a comunicarsi. Dunque, gli chiedono se c'è qualcosa di autobiografico: come è andata a casa sua? "Anche quando smisi di studiare, molto presto, i miei mi videro come un bravo ragazzo. Feci per cinque anni il magazziniere, poi lavorai in una falegnameria. Era un modo per farmi capire che la vita del non laureato era difficile. Nel mezzo il mi’ babbo mi aveva trovato un lavoro da usciere in banca. Per chi veniva da una famiglia umile il posto fisso era il massimo. Gli dissi che facevo fatica a immaginarmi con la divisa da usciere e mi capì", conclude Leonardo Pieraccioni con franchezza.

 

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